Al Bano e le idee su Putin

17 Marzo 2022 di Stefano Olivari

Al Bano è uno degli italiani più famosi nel mondo, magari fra 50 anni lo sarà un trapper di oggi ma crediamo di no. Sempre capace di fare notizia perché lui stesso è la notizia, il cantante pugliese da ammiratore di Putin si è trasformato in ex ammiratore di Putin. E concretamente accoglierà nella sua casa di Cellino San Marco alcuni profughi ucraini, così come faranno tanti altri italiani. Grande Al Bano, anche in questo caso. Fra l’altro lui da qualche tempo in Ucraina era considerato un nemico, in quanto superficiale conoscente di Putin.

Veniamo al dunque e cioè al fatto che Al Bano pur non rinnegando Putin, anzi, ha spiegato di essere rimasto totalmente deluso dall’ultimo Putin, anche tenendo conto delle peculiarità della Russia rispetto all’Occidente propriamente detto. Insomma, discorsi più articolati di quelli degli amanti dell’uomo forte, quindi Putin e simil-Putin, e di quelli che demonizzano l’avversario parlando subito di pazzia, di malattia, di traumi infantili, eccetera (si è letto anche che fosse un cattivo agente del KGB, cosa che per noi è positiva), ignorando non soltanto la complessità della storia dell’Ucraina (la ignoriamo anche noi, non vogliamo dare lezioni dopo aver letto mezzo articolo di Limes e quattro tweet di neopolitologi) ma anche la vecchia cara geografia.

Dove vogliamo arrivare? Alla banalità del fatto che si possa cambiare idea: Putin era l’uomo ideale per una Russia distrutta da dieci anni post-sovietici e del tutto inadatta ad una democrazia non autoritaria (vale per almeno metà del pianeta, come si è visto), forse adesso non lo è più e si ha il diritto di cambiare idea visto che si sta parlando di epoche molto diverse. Anche in questo caso Al Bano più avanti di chi occupa militarmente, è il caso di dirlo, i talk show, proponendo una becerissima tivù del dolore priva di qualsiasi prospettiva e ragionamenti profondi come quello che i russi non possono fare a meno di Netflix e Burger King.

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