Agnelli o Conte?

Gli insulti di Andrea Agnelli ad Antonio Conte a fine partita fanno ovviamente più notizia della finale di Coppa Italia raggiunta dalla Juventus e delle difficoltà in attacco dell'Inter che hanno portato ad un'altra eliminazione da un torneo

10 Febbraio 2021 di Stefano Olivari

Agnelli o Conte? Gli insulti di Andrea Agnelli ad Antonio Conte a fine partita fanno ovviamente più notizia della finale di Coppa Italia raggiunta dalla Juventus e dello scadente attacco dell’Inter che ha portato il club ancora per poco degli Zhang ad un’altra triste uscita da un torneo ad eliminazione diretta. Meno rovinosa di quella in Champions, perché avvenuta contro una squadra più forte e con meno soldi buttati al vento, ma sempre una sconfitta.

Qualsiasi cosa abbia detto Agnelli, dal ‘coglione’ che si intuisce dal labiale ad altro, è più significativa dei comportamenti di un allenatore o di un giocatore, quelli di solito stigmatizzati dai giornalisti e dal popolo più bue, convinti che il mitico ‘esempio per i giovani’ debba arrivare solo da Balotelli e Zaniolo, Lukaku e Ibrahimovic, Bonucci e Conte. Non la famiglia, nemmeno la scuola, ma persone che fuori dal calcio non saprebbero cosa fare.

A proposito, siamo ansiosi di leggere almeno l’1% delle lezioncine di etica sportiva riservate a Lukaku e Ibrahimovic, che fra l’altro sarebbero consentite dal fatto che chi ha in mano il pallino del gioco (John Elkann) non veda con dispiacere le critiche al cugino. Queste critiche non arriveranno, anzi ad andare bene si metteranno sullo stesso piano i comportamenti di Conte, cioè di un uomo nell’arena, con quelli di uno seduto comodamente in tribuna oltre che rappresentante di un presunto stile.

Non abbiamo mai creduto a questa storia dello stile Juventus e meno che mai a quella dello stile Agnelli, una rappresentazione dovuta solo al servilismo dei media e alla naturale sudditanza di un pubblico che ama identificarsi con i padroni (a maggior ragione quando è costituito da servi), sudditanza che sopravvive addirittura alla morte dei protagonisti e che si estende anche ai discendenti più ridicoli.

Però non c’è dubbio che l’Avvocato non avrebbe mai insultato l’allenatore di una squadra avversaria (peraltro non l’hanno mai fatto nemmeno Gaucci e Zamparini, che al massimo se la prendevano con i loro), ma non per educazione, visto che stiamo parlando di uno che pisciava nelle roulette (poi ai croupier-sudditi della Costa Azzurra bastava la mancia), ma per un senso di superiorità che evidentemente suo nipote Andrea non ha, ritenendosi dello stesso livello del Conte con il quale si scambia insulti senza un vero perché, visto che senza Tagliavento Conte starebbe adesso aspettando l’esonero di Prandelli mentre Agnelli sarebbe fisso sul campo di golf con Nedved passargli il ferro 7. Agnelli o Conte?

Share this article