Agguato a Sacchetti

13 Dicembre 2021 di Oscar Eleni

Oscar Eleni in esilio volontario sull’isola ecuadoriana di San Bartolomeo, assunto come addetto stampa da uccelli buffi che si chiamano Sula dai piedi azzurri. Una pacchia cercare di far capire come il sciur Gamba, il nostro Spartacus, 90 anni a giugno, avrebbe maltrattato i trombettieri federali del basket dopo l’ultimo agguato a Romeo Sacchetti da parte del presidente Petrucci. Lui, che ha vissuto con gli stessi attori una situazione come questa, messo in discussione dopo argento olimpico, oro europeo, un impossibile bronzo continentale, avrebbe ribaltato qualche scrivania nel rettilario di via Vitorchiano.

In Italia le cose vanno così. Nella politica, figurarsi nello sport dove girava spensierato persino Viperetta Ferrero che a Genova, dove piangono dentro e fuori dalla lanterna rossoblu o blucerchiata, non vorrebbero più vedere. Purtroppo tutti quelli che non vorremmo più vedere sono in prima fila nella sfilata di chi scopre che i ponti instabili poi crollano, le tubature puzzolenti  scoppiano e uccidono, di chi urla contro il caporalato e lo sfrutta, di chi non capisce perché si può protestare per il lavoro, ma finge di vedere privati della libertà quelli che la libertà altrui la mettono in pericolo ogni giorno scambiando l’allarme salute per un attentato alla pasta e fagioli nel ristorante sotto casa.

Felici che lo sport trovi grandi interpreti nel settore femminile, mentre i maschietti si ritirano con la mano sul fegato dolente, invidiando Goggia e Brignone, felici che la Battocletti, oro under 23 nel cross europeo, abbia scoperto la nuova dimensione che volgarmente si chiama professionismo, ma è soprattutto passione, sfida. Solidali con il quasi coetaneo Giorgio Lo Giudice respinto dalla festa azzurra dell’ atletica, per il 2021 della gloria, causa ritardo nell’accreditamento. Succede alla nostra età, soprattutto se dall’altra parte risponde un nastro registrato, se non puoi spiegare al disco cosa hai fatto per l’atletica, marciando, correndo, lavorando duro, scrivendo tanto. Pazienza. Non erano felici solo i presenti. Lo erano tutti quelli che seguendo il maratoneta degli astri Galileo Galilei sanno che non basta guardare, occorre avere occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono.

O che magari sentono. Be’, il Gamba che Armani e la sua Olimpia festeggeranno giovedì, nella notte in cui al Forum arriverà il Real Madrid avvelenato dalla sconfitta  di eurolega con quelli del Barca, potrebbe ricordare al Sacchetti messo coi piedoni nudi sulla brace che questo è il mondo che si scelgono gli allenatori. Chiedete nel calcio, l’ultimo messo fuori dalla stanza dove voleva essere soltanto un pastore illuminato, è stato il Gotti dell’Udinese che si è congedato con una nobile lettera dai tifosi friulani. Ecco, Sacchetti potrebbe fare così o, magari, riderci sopra pensando che il Petrucci, come prima del preolimpico, ha cercato la minaccia scaramantica, insomma quel contratto che non va oltre l’europeo, tutto questo chiacchiericcio è per stimolare il Meo che farebbe bene a fargli marameo, anche se, per caso, la guerra santa contro l’eurolega, nel nome di santa FIBA messa da parte, un tempo, proprio perché pensava soltanto ai trenini elettrici in tempo di aviogetti, gli potesse concedere persino gli azzurri dell’Armani e, magari, quelli che sono fuori, come Polonara e Fontecchio arrivato al massimo nell’ultima giornata con Vitoria.

Diciamo che nel basket stagnante, dove i ragazzi Tam Tam sono stati liberati dopo aver fatto scendere gli ottusi del regolamento che ora dovranno ammettere, come consigliato anche da Draghi, tutti i ragazzi senza passaporto, ma nati in Italia, in questo mondo, aperto al 60 per cento in tribuna, al 10 per cento nella mente, il campionato che durante le feste non si fermerà, si domanda se questa Armani da 11 su 11, imbattuta, deve preoccuparsi se la concorrenza o perde pezzi importanti o fa figuracce. Certo la Virtus Segafredo, come talento sembra migliore, lo dicono in tanti, ma al momento ha un quintetto base nell’infermeria.  Le altre? Pensavamo che Brindisi, pur cambiando tanto, sarebbe stata avversaria temibile, ma nelle ultime settimana ha fatto soltanto scena muta. All’inizio anche la Sassari rubata al genio di Pozzecco poteva  far paura, poi  la crisi, l’operazione a cuore aperto di Piero Bucchi, ma per la Coppa Italia sembra tardi, vedremo più avanti. Infine Venezia. E sì. Come non credere ad una società come quella che lavora alla grande su un territorio che pure ancora gli nega un palazzo ducale? Purtroppo De Raffaele sembra parlare al vento, facendo i conti con tanti peccatori mai pentiti, con un organico che ha debolezze che non riesce a mascherare come la Milano  che scoprirà entro fine anno se nei pacchi e nelle rose di Armani ci saranno più  carbone che incenso, più spine che  fragranza.

Diciamo che Ettorre con lancia in resta ha chiamato subito l’agenzia di stampa nazionale per dichiararsi estraneo  alla congiura palatina: “Mi stupisce, dopo anni di lavoro, che ancora si possa pensare  che io, impegnato a cercare un rinnovo meritato in casa Armani, possa fare una cosa tipo quella ipotizzata ad un collega come Sacchetti”. Certo che crediamo a Messina. Lo abbiamo sempre fatto anche quando ci vietava di guardare  i suoi allenamenti con Azzurra. Non pensiamo che possa iscriversi al partito che oggi ha il massimo successo, in politica, nella scuola, nella medicina come sanno i neomiliardari da pandemia, quelli del qui lo dico, qui lo nego e poi faccio come cazzo mi pare. Finiamola qui, avanti con la regina dei Sula dai piedi azzurri che vorrebbe tanto sostituirci come addetti per la propaganda nel Pacifico con quelli che diffondono il verbo federale fra stivali bucati e dirigenti mondiali indignati perché anche altri, non soltanto arbitri e cattivi dirigenti, attentano alle leggi sacre dello sport, quelle dove si vendono mondiali all’inferno, si organizzano tombole pur di avere qualche tallero, ad un mondo che anche nei momenti mistici, tipo il finale della rumorosa Formula Uno, mandano la pubblicità.

10 Alla coppia pesarese MORETTI-ZANOTTI che Banchi ha restituito alla dignità del campo, felice di ridare il sorriso a Magnifico che a Treviso gongolava guardando l’ex compagno Gracis  tormentato dalla giornata nera dei Menetti boys. In quegli sguardi, in quei sogni, su quel campo al Palaverde  abbiamo ritrovato qualcosa, anche se non ci adeguiamo a capire tutto.

9 A BONICIOLLI, facile conquistatore, con la bella Udine, del Palalido dell’Urania milanese che ci ricorda l’avvocato Verdesca e la palestra degli scoiattoli, per non averci mandato in mona quando, salito sul bizzarro pattino, ci voleva convincere che questo Zanotti sarebbe diventato qualcuno. Ogni tanto ci riesce, ma conoscendo i nostri polli, guardate i tradimenti, aspettiamo il prossimo flop.

8 Per Amar ALIBEGOVIC forse il giocatore che negli ultimi due anni ci ha più impressionato. Certo non per la grinta simile a quella paterna, ma per la dedizione nel lavoro prima con Djordjevic, adesso per aiutare una Virtus Bologna con troppa gente nell’infermeria.

7 A NAPOLI per  aver superato anche la depressione dopo essersi fatta rimontare 19 punti dalla Varese sperduta. Ha vinto ai supplementari, è terza in classifica e, come ha fatto Messina con Pioli, nel suo piccolo Sacripanti ha cercato di  rendere meno triste la giornata di chi ama il calcio al Maradona.

6 Per Artiglio CAJA che più lo mandi giù e più si tira su. Altro bel colpo tenendo a 56 punti una Brindisi da revisione immediata.

5 Ai CREDENTI del basket che per troppo amore vorrebbero impedire agli allenatori di strangolare gran parte dei giocatori. Lo avrebbe dovuto fare Messina a Montecarlo dove già il suo avversario avrebbe voluto mangiarsi il mai rimpianto James. Lo dovrebbero fare quelli che in questa undicesima giornata si sono trovati  a rischio quando pensavano di meritare un premio, da Trento a Napoli per finire  a Venezia.

4 A BUCCHI se non manderà una lettera di squalifica, come faceva Peterson, a tutti quelli che gli avevano consigliato di non affrontare il mare grosso di Sassari. Certo per uno che aveva accettato le forche romane, i pasticci, illudendoci che Roma avrebbe potuto risorgere dal rogo dirigenziale, questa avventura  sarà uno scherzo se Logan sarà sempre quello del finale al Taliercio.

3 Al DELANEY dell’Armani che insiste nel voler passare come martire degli arbitri in eurolega e campionato. Molte volte sono i suoi compagni le vere vittime di certe paturnie.

2 Ad Alessandro GENTILE se dovesse credere davvero che  Varese ha recuperato il meno 19 dopo la sua espulsione, dopo essersi chiesto da dove nasceva quell’1 su 10 al tiro.

1 A REYER e BRINDISI che rischiano feste senza regali, meglio, ai ferri , per questo dicembre da tosse asinina nel gioco, senza difesa, senza anima.

0 Al presidente PETRUCCI, senza offesa, perché, se hanno interpretato male le sue parole sulla Nazionale e Sacchetti, doveva subito smentire, se, invece, sono vere, be’, non ha fatto un’uscita da grande amante del basket come dice a tutti quelli del calcio quando ricorda il suo passato, ammonendo chi non gli riconosce quello che ha fatto come numero uno del CONI.

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