A Bigger Splash, ai confini di Montalbano

3 Dicembre 2015 di Indiscreto

A Bigger Splash sta a La Piscina come Montalbano sta a Maigret, il paragone non è casuale e ci è venuto mentre provavamo sincera pena per un grande come Corrado Guzzanti costretto a fare il maresciallo-macchietta, oltre il confine delle barzellette sui Carabinieri (quando sotto la pioggia chiede l’autografo a Marianne Lane-Tilda Swinton…), facendo venire in mente, per l’irritante impaccio e per l’effetto preteso sul pubblico, l’agente Catarella nato dalla fantasia di Camilleri.

Detto questo, il film di Luca Guadagnino appena uscito nelle sale è un gigantesco spottone per Pantelleria, ma del resto quando si gira con contributi pubblici l’effetto Osvaldo Bevilacqua è dietro l’angolo. Isola peraltro fantastica, Pantelleria, ma film con il confine fra ironia e trash sempre sottilissimo: la presa in giro della ricerca del ristorantino a conduzione familiare fuori dalle guide, il dramma degli sbarchi (ma forse si fa confusione con Lampedusa), la rockstar tormentata, il toy boy (Matthias Schoenaerts) con velleità artistiche, l’uomo di mondo (Ralph Fiennes) che le sa tutte lui, dai segreti dei Rolling Stones alla vera preparazione della ricotta, la fighetta (Dakota Johnson, figlia di Melanie Griffith e del Don Johnson di Miami Vice) in viaggio di formazione.

Inutile fare paragoni con l’opera di Deray, con Alain Delon, Romy Schneider e Jane Birkin, visto che lo stesso Guadagnino ha dichiarato di essersi soltanto ispirato alla situazione, meno inutile chiedersi che senso abbia questo cinema intellettualistico, ancora prima che intellettuale. Si salvano gli attori e ovviamente Pantelleria, quindi all’estero il film potrebbe anche funzionare.

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