Gallinari l’ultimo NBA

20 Ottobre 2021 di Stefano Olivari

La scorsa notte è iniziata la stagione numero 76, contando anche le tre BAA, della NBA, con la vittoria degli Warriors sui Lakers in modalità All Star e quella dei Bucks campioni sui Nets in attesa del chiarimento del caso Irving, e come al solito si fa la conta dei cosiddetti international players della lega. Che mentre stiamo scrivendo queste righe sono 109, provenienti da 39 paesi diversi: con il record di 18 (!) giocatori dal Canada, fino a chi ha un solo rappresentante e fra questi l’Italia, rimasta con Danilo Gallinari.

Che negli ambiziosi Atlanta Hawks è il secondo giocatore più pagato, con 20.475.000 dollari per questa stagione ed un contratto fino al 2023, ma è di fatto diventato un giocatore marginale ed ha scritto in fronte ‘Trade’. Comunque ancora per due stagioni, quindi fino ai suoi 35 anni, l’azzurro dovrebbe rimanere nella NBA anche perché con il suo ingaggio si può costruire una intera squadra da media classifica di Eurolega. Il budget annuale dell’Olimpia Milano, cioè della squadra dove Gallinari dice di voler tornare, è intorno ai 30 milioni.

Ma volevamo dire altro e cioè questo: con Bargnani ritirato e disperso (che fine ha fatto?), Datome e Belinelli ormai dal minutaggio limitato a Milano e Bologna, Gentile all’ennesima ricostruzione di sé stesso, Hackett dignitoso specialista a Mosca e Melli tornato alla sua giusta dimensione, il fatto che Gallinari sia rimasto l’ultimo italiano nella NBA dice che la nostra generazione di quasi fenomeni, tutti nati dal 1985 al 1992, è quasi finita. Tutti ragazzi che hanno giocato, in certi casi, anche da strapagati, nella NBA o che come Gentile con i Rockets ed Hackett dopo gli anni a USC ci sono andati vicini. Quindi o i general manager della NBA sono tutti stupidi o davvero per 15 anni la nostra Nazionale ha avuto un potenziale pazzesco e non sfruttato.

Parliamo di giocatori di scuola italiana ma, dopo la strana scelta di Nico Mannion, Gallinari è rimasto anche l’unico fra quelli schierabili in Nazionale. In attesa del ritorno nella NBA di Mannion, dopo un paio d’anni di Virtus, magari preceduto dall’ingresso nella lega di Paolo Banchero che in certi mock draft è addirittura dato prima scelta assoluta e molti piani più in basso di Abramo Canka (in questo caso formazione italianissima), comunque anche lui in altro ruolo giocatore totalmente in costruzione. A metà strada secondo noi il nuovo, nonostante i 26 anni, Simone Fontecchio che ha fisico e caratteristiche (sa cioè fare benissimo tre cose, non discretamente dieci) per poter fare il salto.

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