Giocattoli
40 anni di Playmobil
Paolo Morati 09/05/2014
Uno dei nostri più grandi desideri quando eravamo bambini era possedere il circo dei Playmobil, i personaggi di plastica, in parte snodabili e dalle mani prensili, che hanno appena compiuto 40 anni dalla loro presentazione alla fiera del giocattolo di Norimberga. Ideati da Hans Beck e prodotti ancora oggi dalla bavarese Geobra Brandstätter, inizialmente i Playmobil erano solamente di sesso maschile (le femmine arrivarono due anni dopo, con acconciatura più lunga e una sorta di gonnellino), riproducendo un mondo fatto di persone (sempre sorridenti) e ambientazioni di vario genere, con accessori dettagliati.
In particolare ricordiamo di aver avuto (e da qualche parte devono esserci ancora) un ospedale completo di medici, infermieri, cartelle cliniche, letti e sala operatoria (uno dei nostri regali di Natale preferiti), un’ambulanza, uno studio televisivo con tanto di riflettori, telecamere e microfoni, e i vigili del fuoco dotati di estintori e scale per arrivare ai piani alti. La collezione familiare comprendeva anche indiani e cowboy, alcuni di essi colorati direttamente con le nostre mani tramite i pennarelli indelebili forniti insieme ai personaggi bianchi, i loro cavalli, guerrieri medievali e un elegantone in smoking e tuba. Dettagliati e divertenti, hanno fatto parte della nostra fantasia per diverse stagioni in cui si potevano inventare storie e avventure senza preoccuparsi del tempo che passava.
Detto questo, per alcuni anni i rivali dei Playmobil furono i meno graziosi e simpatici – ai nostri occhi – Play BIG che durarono però solo per qualche anno e qui in Italia non ci sembra raccolsero in verità grande successo. Più alti e snodati, con anche una maggiore offerta fronte bellico per piacere dei maschietti amanti dei soldatini, da quello che ricordiamo (e dalle immagini che circolano in rete) non erano però come finezza delle linee a livello dei Playmobil, che sono stati in definitiva uno dei giocattoli più interessanti e intelligenti che abbiamo avuto fra le mani. In effetti un pensierino all’agognato circo potremmo ancora farlo…