Recoba a teatro

15 Novembre 2020 di Indiscreto

Già diverse volte in questa fortunata rubrica domenicale abbiamo scritto come per Alvaro Recoba la fama di protetto di Moratti sia parzialmente infondata. Nei 18 anni di Massimo Moratti alla guida dell’Inter ci vengono in mente almeno una ventina di giocatori con i quali il presidente neroazzurro ha avuto un rapporto personale più stretto di quello avuto con Recoba. Che era un suo grande amore calcistico e basta, e nemmeno al punto tale di imporlo all’allenatore del momento.

E Recoba non era (e immaginiamo non sia, pur non vedendolo più da anni) un asso nelle pubbliche relazioni, al punto che si defilava da quasi tutte quelle situazioni da pseudo-sinistra piene di aspiranti consiglieri di Moratti. In particolare evitava gli inviti alla Comuna Baires, un locale di via Favretto che ruotava intorno ad un teatro ed alle attività collegate. Un posto dove a cena si potevano incontrare intellettuali veri (Eduardo Galeano e Santiago Gamboa su tutti, ma ricordiamo una cena super-interessante con il fumettista argentino Roberto Fontanarrosa) e altri meno veri, spesso sedicenti perseguitati.

La Comuna Baires era in qualche modo finanziata dai Moratti ed i giocatori, soprattutto i sudamericani, sapevano che al presidente faceva piacere vederli partecipare sia agli eventi importanti sia a certe serate dal sapore un po’ fantozziano (c’eravamo quando Fresi e Colonnese furono invitati a riflettere sui crimini dei regimi militari), e non mancavano mai. Noi spesso ci andavamo, perché quando facevano i giornalisti eravamo interessati alle notizie (fu alla Comuna Baires che Moratti a sorpresa annunciò Baggio). Recoba aveva invece quasi sempre la scusa in canna, o anche nessuna scusa (il ‘pacco’ diretto era un suo colpo, come il gol olimpico), tranne quando lì Zanetti e la moglie Paula organizzavano una raccolta fondi per beneficenza. Il Chino era un calciatore, ma lo sarebbe stato anche da impiegato o operaio, insofferente alle regole non scritte del gruppo ed è per questo che entrava subito in sintonia con quelli della sua razza, come Ronaldo e soprattutto Vieri.

La Comuna Baires, che adesso ha cambiato sede (è in via Brioschi), è sopravvissuta alla morte dei suo fondatore Renzo Casali, nel 2010, e continua a proporre la sua idea di teatro non borghese, cioè un teatro con l’obbiettivo di muovere qualcosa e non di dare conferme. Certo poi a teatro ci vanno quasi solo borghesi, ma è un discorso lungo. Di sicuro non abbiamo mai trovato molti punti di contatto con il calcio, strumento di controllo sociale come pochi altri, mentre ce sono senz’altro di più con Recoba ed il recobismo. Solo che il Chino non l’ha mai saputo.

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