Lo Cicero e il cacciatore nella proprietà privata

13 Novembre 2020 di Indiscreto

Qualche giorno fa Andrea Lo Cicero ha visto uccidere sotto gli occhi suoi e di suo figlio la loro asina Zaira, per mano di un cacciatore di 77 anni e che, secondo la linea difensiva del cacciatore, avrebbe sparato scambiando l’asina per un cinghiale. L’ex rugbista della Nazionale ha creato nel viterbese questa fattoria didattica, con vari animali, dove si fa anche pet therapy, e non ci ha colpito soltanto l’atrocità della situazione ma anche il fatto che ancora nel 2020 gli unici autorizzati a violare la proprietà privata siano i cacciatori.

Perché il vecchio cacciatore era nei pressi della recinzione di Lo Cicero, ma l’asina era dentro, insieme ai suoi simili terrorizzati. In linea teorica, se non ci fosse stata recinzione, il cacciatore avrebbe anche potuto entrare nella terra di Lo Cicero, al di là dello sparare o meno. Comportandosi come si è comportato, sorvolando sul discorso asina-cinghiale, si è posto in ogni caso nell’illegalità, visto che la recinzione è l’unica difesa dei proprietari da una legge che sembra uscita dal Medio Evo ma che invece nasce dal nostro Codice Civile, articolo 842.

L’ingresso è vietato soltanto nei cosiddetti fondi chiusi, che si definiscono tali quando la recinzione è alta almeno un metro e 20 centimetri o la delimitazione è data da un corso d’acqua con misure particolari. Nella realtà concreta non stiamo parlando di recintare una villetta, ma un terreno, con tutti i costi e la manutenzione della situazione. Per cosa, poi? Solo per i cacciatori, perché per il semplice ladro della situazione basta la segnalazione, su un palo o su un cartello, che si tratta di proprietà privata.

Da notare che Lo Cicero non è contrario alla caccia, e del resto anche noi la riteniamo meno orrenda e più umana dell’allevamento intensivo, ma è contro il fatto che i Rambo della situazione pensino di poter fare tutto e sparino dentro casa sua. L’argomento ci scalda sia per gli animali sia perché riteniamo, anche se Niall Ferguson lo ha detto meglio di noi, che la proprietà privata sia la base della democrazia liberale. Lo Stato non ti può obbligare per legge a condividere una cosa che è tua, non ti toglie un pezzo di terra ma la libertà. Certo cambiare una legge significa mettersi contro 750.000 cacciatori italiani, con la Toscana regione leader, senza contare i tanti Hemingway dei poveri che esaltano la vita a contatto con la natura e l’uomo cacciatore.

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