La madre di Hamilton

19 Novembre 2020 di Indiscreto

Lewis Hamilton è nero? È bianco? È una via di mezzo? Ma soprattutto, a chi importa? A lui importa. Il pilota inglese ha appena vinto il suo settimo Mondiale di Formula 1, ma era un grande personaggio già dieci anni fa: al di là dei confronti wikipedistici e tecnici con Schumacher o con chiunque altro, Hamilton è uno dei pochi campioni del mondo dei motori che ci sentiamo di paragonare a quelli di epoche romantiche ed eroiche, senza bisogno per fortuna di morire in pista.

Le dichiarazioni politiche di quest’anno non sono una novità, è soltanto che inserendosi nel discorso Black Lives Matter hanno fatto più rumore che in passato. Ma adesso che il cattivo Trump non c’è più e che gli Stati Uniti sconfitti i suprematisti bianchi di casa loro potranno dichiarare guerra a a chiunque (The Donald primo presidente da secoli a non iniziare alcuna guerra, nemmeno a nazioni microscopiche) nel resto del mondo, anche un pilota che sostiene BLM farà meno notizia. La cosa che continua a colpirci è però un’altra: perché Hamilton si ritiene nero, come ha detto più volte con nonchalance? E come lui tanti altri figli di padre nero e madre bianca? Più raramente accade quando le parti sono invertite.

Gli esempi di questo tipo sono molteplici ed il più famoso è ovviamente Barack Obama, cresciuto oltretutto in un contesto totalmente bianco (il padre kenyota si era dileguato dopo il divorzio) e certo mai indigente. Eppure si è spesso definito ‘il primo presidente nero’ e gli sono andati dietro, per motivi opposti, media di sinistra e di destra. Perché nero più bianco viene percepito, anche dai diretti interessati, come nero? La nostra risposta è che alla maggioranza dei bianchi non importi niente dell’identità razziale, mentre alla maggioranza dei neri sì. Quindi chi deve cercare voti guadagna da una parte più di quanto perda dall’altra. Capiamo quindi Obama, ma un po’ meno Hamilton. Forse l’idea di marketing è quella di fare il perseguitato, alla Tiziano Ferro, come se per il colore della pelle l’avessero costretto a guidare una Osella o una Andrea Moda contro la Mercedes di Bottas.

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