Il ritorno di Mike Tyson

21 Novembre 2020 di Stefano Olivari

Mike Tyson tornerà sul ring il prossimo 28 novembre allo Staples Center di Los Angeles, a 54 anni di età, per un match contro un’altra super-leggenda come Roy Jones, che di anni ne ha 51. Un incontro definito di esibizione, ma che tanto esibizione non sarà visto che i round previsti sono 8, anche se saranno di 2 minuti invece che di 3, con guantoni leggermente più pesanti rispetto ai match dei ‘giovani’ (12 once contro 10) e con l’arbitro tenuto, secondo le regole della commissione atletica della California, ad interrompere se si andrà troppo oltre.

Il carattere un po’ cialtronesco della riunione è meglio spiegato da un’altra delle sfide, quella fra lo youtuber Jake Paul e l’indimenticato Nate Robinson, che da 5 anni non è più nella NBA ma che rimane un’attrazione e con il suo 1,75 di esplosività ha un fisico non poi così diverso da quello di Tyson. Allo Staples Center non vedremo il sangue, in altre parole. Ma vedremo se Tyson a 15 anni dal suo ultimo match vero (sconfitta con Kevin McBride) avrà la possibilità di inserirsi in un contesto di pesi massimi migliorato rispetto al recente passato ma comunque affamato di personaggi ed in particolare del personaggio per eccellenza, cioè lui.

Tutta questa premessa per dire che un Tyson appena decente contro Joshua (che Tyson non considera molto) o Fury (che rispetta) regalerebbe emozioni incredibili, per noi anche di più visto che nella nostra testa sarà sempre un’icona degli anni Ottanta. Ricordiamo come fosse oggi, anche se andavamo ancora al liceo o forse proprio per questo, quando nel 1986 Silvio Berlusconi (all’epoca vivo, mai avrebbe immaginato di fare la stampella dei 5 Stelle) su insistenza dell’immenso Rino Tommasi acquistò a scatola chiusa i match di quel ventenne americano che sì, si stava facendo conoscere per i K.O. rapidissimi, ma non diversamente da tanti altri massimi nella storia della boxe.

Il primo match che vedemmo di Tyson fu trasmesso da Italia 1 il 18 febbraio 1986, l’avversario era Jesse Ferguson e la sede era Troy, vicino ad Albany. KO tecnico alla sesta ripresa, con naso spaccato (non quello di Tyson). E sempre su Italia 1, in quel bellissimo 1986, in seconda serata (quella che oggi è quasi la prima) avremmo visto i match con James Tillis, Reggie Gross e altri, in differita di quasi un giorno. Ma tanto non c’era il web e difficilmente qualcuno ci avrebbe detto il risultato prima. Una marcia di avvicinamento al Mondiale WBC contro Trevor Berbick, in prima serata su Rete 4. Perché bisogna ricordare che all’epoca soltanto la RAI poteva trasmettere su tutto il territorio nazionale eventi in diretta, con le reti Fininvest che a volte (ma raramente con Tyson) usavano l’escamotage della diretta solo per la Lombardia seguita dalla differita nazionale del giorno dopo. Bei tempi, oggi ci faremo bastare il Tyson di oggi. Anche se tiferemo per il pareggio e non potrebbe essere altrimenti in un match fra un sostenitore di Trump ed uno di Putin (Jones ha anche la cittadinanza russa), altri due che rimpiangeremo.

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