Nazionale da abolire

9 Novembre 2020 di Indiscreto

L’Italia e tutte le altre nazionali andrebbero abolite per almeno sei mesi, e non occorre essere a libro paga dei padroni dei club per sostenere una tesi del genere. Il caso degli azzurri è poi oltre i confini dell’assurdo, aspettando l’insulsa amichevole con l’Estonia (mercoledì sera a Firenze) e le poco più importanti partite di Nations League contro Polonia (domenica a Reggio Emilia) e Bosnia (fra 10 giorni a Sarajevo).

Mentre scriviamo queste righe non abbiamo ancora capito chi potrà esserci e chi no dei 41 convocati di Mancini, un numero in ogni caso mostruoso e che pensando agli italiani decenti della Serie A forse al prossimo giro renderebbe più semplice elencare chi non è convocato. Il primo ad essere in dubbio è proprio il positivo Mancini, che ottimisticamente potrebbe raggiungere i suoi giocatori giovedì o venerdì, ma il punto interrogativo riguarda soprattutto i giocatori ed è sicuro che si procederà a convocazioni supplementari per avere una difesa accettabile contro l’Estonia (nei piani originari i centrali sarebbero dovuti essere Romagnoli e Ogbonna).

Il vero problema è che ogni ASL si comporta diversamente nei confronti della squadra locale, generando sospetti che diventano certezze: tutti siamo tifosi (e chi asserisce di essere neutrale è di solito peggio degli altri), tutti siamo condizionati dal territorio, tutti abbiamo interessi da difendere. Così è potuto accadere che Castrovilli e Biraghi abbiano giocato sabato sera a Parma con la Fiorentina, ma che non abbiano potuto andare a Coverciano, cioè a Firenze, perché la ASL di Firenze non glielo ha permesso, essendo in isolamento fiduciario a causa della positività di Callejon. Di più: i romanisti sono stati tenuti fermi dalla ASL di riferimento a causa di Dzeko, mentre i laziali, stessa città ma altra ASL, hanno potuto rispondere alle convocazioni nonostante il balletto delle positività di Immobile e degli altri.

I giocatori dell’Inter, anche loro in isolamento a causa di Padelli, possono andare in nazionale, con l’escamotage dei viaggi sicuri (traduzione: volo privato e cose del genere), quelli del Sassuolo no. Ma ogni situazione sembra avere regole diverse, senza nemmeno voler entrare nel merito scientifico del problema. Il merito calcistico è più chiaro: giocare in questo modo non ha senso, se i club possono comprimere la loro stagione non si capisce perché non lo possano fare le nazionali, che nemmeno devono pagare i giocatori. Come accade in altri settori dell’economia, con riferimento al Covid gli statali hanno una percezione del problema diversa rispetto a chi lavora nel privato.

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