L’anno di Cheptegei

8 Ottobre 2020 di Indiscreto

Joshua Cheptegei ha stabilito a Valencia il nuovo record mondiale dei 10000 metri, correndo in 26’11″02. Un record quasi assurdo se si pensa che nel 1981, in un’era dell’atletica già iperprofessionistica, moderna e medicalizzata il formidabile e maledetto (da se stesso) Henry Rono stabilì il record dei 5000 in 13’06”20. In pratica il keniano ha stabilito due record mondiali degli anni Ottanta nei 5000 senza fermarsi fra il primo e il secondo.

Anche questo record dei 10000, così come quello dei 5000, è stato tolto a Kenenisa Bekele, in una serata che sarà ricordata anche per il mondiale di Letesenbet Gidey nei 5000: se Cheptegei ha messo le mani su un primato che durava da 15 anni, l’etiope con il suo 14’11”15 ne ha tolto alla connazionale Tirunesh Dibaba uno che esisteva da 22. Rimandiamo ai siti ufficiali e a quelli specializzati per le mille statistiche e i tempi di passaggio, andando qui al nostro inevitabile commento.

In un anno senza Mondiali e Olimpiadi l’attacco a diversi record mondiali era inevitabile e quindi non sorprende che nel 2020 ne siano caduti quattro, solo parlando di gare olimpiche, con tutto il rispetto per i 300 ostacoli di Warholm: 5000 e 10000 di Cheptegei, il 6.18 di Duplantis nell’asta e quello della Gidey nei 5000. A dirla tutta, pensavamo che ne sarebbero caduti di più. E a dirla tuttissima, la lepre luminosa che ormai è una costante nei tentativi di record (c’era anche a Valencia) è contro lo spirito dell’atletica molto più della già disdicevole lepre umana.

Certo è che in campo maschile sono ormai pochissimi i record risalenti a prima del 2000: nelle specialità di corsa soltanto tre, il più antico quello nei 400 ostacoli di Kevin Young, anno 1992. Molto peggiore la situazione fra le donne, ancora piene di primati anni Ottanta (tutti quelli dai 100 agli 800, per dire), anche se è difficile sostenere che certi mostri in circolazione oggi siano più credibili della Koch o della Kratochvilova. Questi maggiori margini maschili rispetto al passato si notano anche a livello di tempi e misure nazionali, Italia compresa. Il che significa che doping e dintorni incidono (hanno inciso) in media di più sull’atletica femminile.

Share this article