Il peggior Giro d’Italia di sempre

26 Ottobre 2020 di Indiscreto

Tao Geoghegan Hart ha vinto il Giro d’Italia 2020, facendo meglio nell’ultima tappa a cronometro di Hindley, con il quale si era presentato esattamente con lo stesso tempo. L’aspetto storico di tutta la vicenda non è però il sorpasso all’ultima tappa (ci sono Moser-Fignon 1984 e qualche altro episodio), ma che il venticinquenne inglese sia il primo di sempre a vincere il Giro senza avere mai indossato nemmeno per un giorno la maglia rosa.

È facile dire che questo con il minimo possibile di pubblico sia stato il peggior Giro d’Italia di sempre, del resto quasi ogni evento sportivo post Covid è stato il peggiore di sempre, compresi il Tour de France e la Vuelta già iniziata da qualche giorno in un intreccio folle che si sarebbe potuto evitare togliendo qualche giorno di gara. È un ragionamento da bar, perché la base finanziaria dei giri sono i soldi che pagano le città protagoniste della tappa, ma in questa situazione eccezionale poteva starci.

Di sicuro è stato il Giro peggiore di sempre per gli italiani, anche loro in un certo senso entrati nella storia visto che mai i primi 6 posti erano stati tutti stranieri. Il primo degli italiani è stato il dignitoso trentaseienne Vincenzo Nibali, settimo… Certo Ganna a cronometro è strepitoso e ci fa sognare la Roubaix, però mai l’Italia del ciclismo è stata ad un livello così basso nelle corse a tappe.

Veniamo alla questione che interessa noi pubblico generalista, non quello dei maniaci: meglio questo Giro da Festival degli sconosciuti, che lancia i giovani (il vincitore, Hindley e Almeida, quarto, hanno meno di 25 anni) anche se il Tour l’ha vinto il ventunenne Pogacar, o quello italo-mafiosetto, con rari inserimenti francesi e belgi, con cui siamo cresciuti e di cui abbiamo letto sui libri?

A noi, al netto del tifo, piacciono di più le corse di oggi, meno bloccate anche perché spesso i capitani saltano (certo Geraint Thomas è stato sfigato). Magari questo ciclismo a trazione anglosassone, in senso politico e sportivo, semplicemente finge meglio di quello vecchio: ed in effetti gli inglesi (ma anche gli americani) sono bravi piazzisti della loro etica. Insomma, visti anche alcuni nomi che lo circondano non metteremmo il poster di Pogacar nella nostra cameretta. Tornando al Giro, giusto (per la RCS di Cairo anche necessario) correrlo e portarlo a termine: la vita contro le paure medioevali.

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