Il limite di sei persone

14 Ottobre 2020 di Indiscreto

Il limite di sei persone, oltre ai residenti, di presenti in una casa, introdotto dall’ultimo decreto del governo Conte, è di impossibile controllo, se non con i metodi da Germania Est che qualcuno auspica nel disinteresse di noi tutti concentrati sul tampone di Bastoni. Nel nostro piccolo ci siamo però posti una domanda: quante volte in casa nostra ci sono state più di sei persone? La risposta è facile: mai.

Bisogna tornare ad antichi Natale, si parla quindi di anni Ottanta, per sforare questo limite e nemmeno di molto. Ed in ogni caso non era casa nostra ma dei nostri genitori, con quelle dodici persone totali che erano più o meno il limite della capienza. Altri tempi. Quanto agli amici, non abbiamo mai avuto l’ambizione di organizzare feste in casa e per la visione religiosa delle partite ci bastava la compagnia di quei due o tre fedelissimi, capaci di stare zitti e di fare commenti appropriati. Parlavamo di partite davvero viste, non come adesso che basta andare su Google per scrivere poi quattro cazzate su Gojak.

Insomma, sei persone oltre a chi risiede in una casa non ci sembrano un grande limite. Il problema non è evidentemente questo, ma che giorno dopo giorno ci stiamo abituando ad una nuova misura coercitiva, scambiando la sua osservanza con senso civico. La domanda, per una volta seria, è quindi la seguente: il bravo cittadino è quello che rispetta ogni legge, anche la più stupida? Non vogliamo suggerire la risposta, perché non l’abbiamo e perché la realtà sta in mezzo fra il direttore di Auschwitz (tecnicamente un bravo cittadino, rispettoso delle istituzioni) e l’anarchia che in pochi giorni porterebbe a spararci nelle strade.

Share this article