Gli Eurogol di Gianfranco De Laurentiis

14 Ottobre 2020 di Stefano Olivari

Gianfranco De Laurentiis è morto a Roma all’età di 81 anni e con lui se ne vanno le tante serate passate ad aspettare Eurogol, la trasmissione su Rai Due che conduceva il giovedì insieme a Giorgio Martino e che soprattutto nei suoi primi anni (nacque nel 1977) fu per tutti noi l’unica fonte di calcio internazionale insieme al Guerin Sportivo. Incredibile come a distanza di decenni ci ricordiamo benissimo di partite che non abbiamo mai visto e di campioni seguiti in totale per tre azioni in tutta la carriera.

Nei suoi anni più gloriosi Eurogol andava in onda il giovedì sera intorno alle 22 e 50, dopo Tg2 Dossier e uno speciale della rete, spesso di argomento musicale (da John Mayall a Peter Tosh), e proponeva gran parte dei gol del giorno prima, il classico mercoledì di coppa in cui erano concentrate quasi tutte le partite di Coppa dei Campioni, Coppa delle Coppe e Coppa UEFA. Va da sé che Eurogol fosse una rappresentazione parziale del calcio, una specie di giochino riservato ad attaccanti e portieri, ma era comunque meglio di niente e dava un volto a personaggi di cui avevamo soltanto letto.

De Laurentiis, che ha legato il suo nome anche a tante altre trasmissioni popolari, da Dribbling a Domenica Sprint, e ad altre oggi dimenticate (amavamo Numero 10, con Platini opinionista), e Martino nel loro studiolo bulgaro, con in mano duemila fogli di carta e davanti un telefono grigio Sip, non si perdevano in chiacchiere perché sapevano che la gente voleva soprattutto i gol. La loro trasmissione è in qualche modo arrivata fino al 1994, ma ebbe un successo strepitoso soprattutto all’inizio, quando le squadre italiane nelle coppe andavano male e quindi tutto ciò che era straniero veniva mitizzato.

Già, il mito. Al netto della nostalgia per la nostra giovane età, Eurogol altro non era che una rassegna di gol con qualità delle immagini spesso modesta, con metà delle partite che sembrava si giocasse all’inferno, fra nebbia e fumogeni assurdi, con riprese peggiori rispetto a quelle di molte prime comunioni. Ma la scarsità di informazioni ed immagini aveva un effetto violentissimo sulla mente degli appassionati più giovani. Presi da Dalglish e Keegan, ma anche da Worm, Bruns, Wark, Shaw, Birtles e mille altri. Quasi sempre era la mezzora più bella della settimana ed invidiavamo tutte quelle nazioni in cui si segnavano quei fantastici gol da lontano, quelli che De Laurentiis e Martino definivano eurogol e che in Italia, soprattutto nell’Italia autarchica di fine anni Settanta, sembrava mancassero.

Chiaramente nel Nord Italia si faceva la tripletta, visto che trasmissioni analoghe il giovedì andavano in onda sulla tivù della Svizzera Italiana (purtroppo a volte in contemporanea con il nostro Eurogol, e non avevamo il videoregistratore) e su Telecapodistria verso le sette e mezza. Modalità rincoglionito on: meglio questi ricordi di quelli che avranno i bambini di oggi.

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