Domani senza sport

2 Ottobre 2020 di Indiscreto

Domani è il nome del quotidiano, con editore Carlo De Benedetti e direttore Stefano Feltri, che è in edicola da due settimane e che nelle intenzioni dovrebbe occupare lo spazio editoriale lasciato vuoto dalla svolta centrista e filogovernativa (parte delle mascherine distribuite nelle scuole sono prodotte da FCA…) della Repubblica versione Elkann, con la direzione di Maurizio Molinari. Non vogliamo però infliggervi un’analisi politica, ma soltanto un parere di appassionati di giornali: siamo abbonati a cinque quotidiani e ne leggiamo anche altri sui siti delle biblioteche.

Ecco il nostro parere, dopo avere acquistato e letto Domani per oltre una settimana: non siamo così intelligenti per un giornale del genere e non soltanto per differenti idee politiche (ma adoravamo il Manifesto di una volta, quello che negli anni Ottanta si chiedeva se la proprietà fosse un furto) o perché manca totalmente lo sport (prima cosa che abbiamo notato, ovviamente). Il punto è, secondo noi, che Domani è fondato su argomenti che ritiene importanti ma che non sono minimamente interessanti.

I pestaggi nelle carceri, i feti sepolti con il nome delle madri, il PD che dovrebbe occuparsi di ambiente e disuguaglianze, i fondi europei gestiti male, eccetera, sono temi presenti su tutte le testate, ma con uno spazio limitato per una ragione ben precisa: nessuno, e ripetiamo, nessuno, legge questi articoli, nemmeno per sbaglio si va oltre il titolo. Può non piacere, ma è così: chi davvero esperto di queste materie non ha bisogno di leggere le parole di un giornalista, chi non lo è non affronterà mai questi argomenti. Ci dispiace per i detenuti picchiati, ma la vita è breve e non abbiamo tempo per la loro storia.

In sintesi: Domani ci sembra un giornale di quelli per fare bella figura in cene progressiste, ma non ha interesse per un lettore di livello decente, non diciamo noi sul bancone della Sammontana che analizziamo il futuro di Nainggolan ma una persona che si interessa un po’ di tutto. Di più: Domani non ha nemmeno un decimo della grinta di De Benedetti, personaggio negativo nella storia dell’economia italiana ma come intervistato sempre brillantissimo e cattivissimo. Perché non collabora al suo giornale?

In fondo diciamo con dolore una cosa che è sempre più evidente: i quotidiani sono quasi tutti inutili, ma hanno quel fascino un po’ retrò che li farà sopravvivere molto a lungo a prescindere dalla convenienza. Jeff Bezos che compra il Washington Post è in proporzione, vista la cilindrata dei due imprenditori, come De Benedetti che fonda Domani. I ricchi di una volta esibivano la barca, quelli di oggi un giornale. Che poi può sempre servire per lanciare qualche avvertimento-pizzino.

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