Coprifuoco in Lombardia, fra poco si spara

22 Ottobre 2020 di Stefano Olivari

A partire dalle 23 di stasera, e fino alle 5 del mattino, tutte le notti fino al 13 novembre, in tutta la Lombardia ci sarà il coprifuoco. Stesso provvedimento in Lazio e Campania, con orari e altri particolari leggermente diversi. Unito all’inasprimento delle norme per bar e ristoranti, alla chiusura dei centri commerciali e di grandi strutture di vendita (alimentari e farmacie esclusi) nel fine settimana, alla didattica a distanza per le medie superiori a partire da lunedì e a tutte le altre misure che abbiamo letto su ogni sito di informazione, il coprifuoco fa parte di uno schema che nemmeno commentiamo più, da tanto che siamo abituati all’asticella che continua ad alzarsi: ma se non riusciamo a saltare 2,15 come faremo a 2,30?

Siamo quindi sicuri che rimpiangeremo anche il coprifuoco ‘soltanto’ dalle 23 alle 5, quello che di fatto non riguarda noi anziani che stiamo abbastanza bene e quindi chi se ne frega (questo il ragionamento di molti). Il grosso dell’Italia è formato da pensionati, studenti, dipendenti pubblici, dipendenti e collaboratori di grandi aziende private, soprattutto bancarie, assicurative e tecnologiche, che possono lavorare da casa. L’imminente lockdown, magari già da lunedì, cambierà un po’ le abitudini di due terzi della popolazione ma non è che di per sé uccida. Nessuno ha seriamente in tasca una soluzione medica al Covid, si va per tentativi e per sondaggi.

Peccato che il muratore o il tornitore non possano usufruire dello smart working, ma ci sembra che anche la sinistra abbia smesso da decenni di occuparsi di simili categorie, essendo numericamente meno importanti rispetto ai borghesi e piccolo borghesi garantiti. E gli autonomi? Non hanno coscienza di di classe né mai l’avranno, pur essendo a tutti gli effetti proletari. Con più soldi dei proletari di una volta, frutto del bilocale avuto in eredità, ma sempre proletari in quanto facilmente sostituibili.

Conclusione? Anche coprifuoco e lockdown sono di classe. Conclusione numero due: sarà inevitabile che qualcuno per disperazione spari, la gente che ha sempre lavorato onestamente non è abituata a vivere di espedienti. Un cameriere che ha ricevuto gli ultimi soldi ad aprile quanti soldi avrà mai da parte per tenere duro ancora per mesi, forse anni? E un’estetista? Non essendo possibile dare sussidi a tutti, si sceglie di sacrificare quelle categorie che si pensano socialmente meno pericolose. Non è un discorso solo italiano, anzi. Però è la realtà. Chi è nei due terzi fortunati deve saperlo, quando dal soggiorno inneggerà alla repressione.

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