Black Lives Matter fa male alla NBA

16 Ottobre 2020 di Stefano Olivari

Le finali NBA vinte dai Los Angeles Lakers sui Miami Heat hanno avuto negli Stati Uniti i più bassi ascolti televisivi degli ultimi quaranta anni, cioè da quando la lega stava quasi per fallire prima che David Stern, Magic Johnson, Larry Bird e soprattutto Michael Jordan la facessero diventare una macchina da soldi. Trasmesse dalla ABC, le Finals hanno toccato il fondo in gara 5 con soli 5,7 milioni di telespettatori, fonte Nielsen.

Abbiamo letto varie analisi, con impietosi confronti con i Bulls della stagione di The Last Dance, che viaggiavano sui 30 milioni, ma senza andare troppo lontano Raptors-Warriors dell’anno scorso aveva nella media numeri più che tripli. Eppure il pubblico avrebbe, mai come quest’anno, dovuto avere fame di pallacanestro (noi personalmente abbiamo seguito questi playoff come non accadeva da tanto). Eppure Lakers-Heat era una sfida piena di protagonisti, da LeBron James a Jimmy Butler, e storie di primissimo piano, prima fra tutte Riley contro i Lakers, buone per coinvolgere il pubblico generalista della ABC.

Non c’è bisogno di essere fan di Donald Trump per osservare che la NBA è fra le grandi leghe statunitensi quella più attenta al politicamente corretto, almeno fino a quando non tocca i propri interessi commerciali (si pensi al vergognoso silenzio-censura sulla Cina, con i giocatori misteriosamente scomparsi in quei giorni dai social network). Ma fino alla scorsa stagione questa sua fama per così dire ‘democratica’ non disturbava più di tanto gli appassionati con altre opinioni politiche. Curry e Kerr non vogliono andare alla Casa Bianca? Chi se ne frega.

Quest’anno però il Black Lives Matter ha fatto cambiare moltissimo la situazione, non tanto per l’endorsement acritico dei giocatori (quasi scontato, essendo all’80% neri) ma per il fatto che la NBA gli abbia dato, fra scritte a bordo campo e magliette, una veste di ufficialità. Creando un precedente pericoloso: chi deciderà in futuro quali cause sono buone e quali cattive? LeBron? Kerr? Si è posto onestamente il problema anche Adam Silver, citando imprecisati ‘amici’ che gli avrebbero chiesto di tornare a concentrarsi sulla pallacanestro, pur sostenendo fuori dal campo il BLM.

La NFL, confrontata allo stesso periodo dell’anno scorso, ha perso il circa il 10% del pubblico in termini televisivi, quindi la tristezza da Covid influisce sugli ascolti ma da sola non li fa crollare come è avvenuto nella NBA. Sempre più percepita, dagli americani bianchi, come una lega di neri per neri. Con una reazione, in parte del pubblico bianco, del genere ‘Che se la guardassero fra di loro’.

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