Al bar con Mara Venier

18 Ottobre 2020 di Paolo Morati

Mara Venier ha compiuto 70 anni ma noi non staremo qui a scrivere del personaggio, prima attrice e successivamente conduttrice televisiva, sposata con Jerry Calà, poi compagna di Renzo Arbore, e molto altro ancora in una carriera di grande successo. Per festeggiarla ci sembra doveroso scrivere di un film, Al bar dello sport, che uscito nel 1983 e rivisto con gli occhi del 2020 contiene una serie elementi impensabili nel cinema odierno. E che ha nella schedina del Totocalcio, ormai scomparsa a favore di una moltitudine di altri giochi (e scommesse), la scusa per raccontare un piccolo e semplice mondo.

Ambientata a Torino, la storia diretta da Francesco Massaro ruota attorno al raggiungimento dell’agognato tredici, a cominciare dal sistema a sei doppie e due triple proposto all’inizio da Ciccio, interpretato da Sergio Vastano. Traguardo che fa da sottofondo alla triste vita del pugliese Lino (un davvero ottimo Lino Banfi), da vent’anni emigrato a “fare il disgraziato e il morto di fame”, e di tutti i personaggi che si ritrovano al Bar Sport dove la bellissima Rossana (Mara Venier), sua fidanzata, sta alla cassa.

Al bar dello sport è da guardare fotogramma per fotogramma per cogliere alcuni elementi che ci fanno riconoscere il nostro decennio magico. Dal videogioco arcade Scramble al pupazzetto di E.T., il poster di Goldrake, i vecchietti del Muppet Show, il Tango di gomma… e tutto questo solo nei primi 20 minuti del film e prima della decisiva vittoria del Catania in casa della Juventus grazie alla doppietta di Cantarutti, prevista dal muto Parola. Quest’ultimo interpretato da Jerry Calà, in versione espressiva e gesticolante, e che balla sulle note de L’italiano di Toto Cutugno che arrivano da un registratore a cassette mentre si rassetta presso un Diurno (esistono ancora?).

E tra le tante cose che ci eravamo dimenticati – e che il film ci ha fatto ricordare rivedendolo oggi – sorprendenti sono le macchine fotocopiatrici pubbliche. Noi adesso sappiamo di nuovo di averle viste da ragazzi nelle stazioni della metropolitana, eppure erano state cancellate dalla memoria. Ma tornando a Mara Venier, l’attrice veneta non compare in realtà in molte scene del film, spesso è alla cassa con alle spalle sigarette e gagliardetti, e un paio di volte con il compagno. Ma alla fine insieme alla schedina è una delle icone della storia, non a caso presente nella locandina, innamorata del non certo aitante “Lillino” che, circondato dagli insopportabili “amici” del Bar, resta poi da solo. Per ripartire verso un rocambolesco, secondo, finale.

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