Zaniolo e Nainggolan oggi

15 Settembre 2020 di Indiscreto

L’altroieri Nicolò Zaniolo è stato operato a Innsbruck, dopo l’infortunio al ginocchio sinistro in Olanda-Italia: dovrebbe tornare in campo fra sei mesi con la Roma, ma non azzarderemmo il “più forte di prima”. Nessuno nella storia dello sport è mai rientrato da un grave infortunio più forte di prima, figuriamoci da due. In molti sono invece rientrati troppo presto, all’inseguimento di quei recuperi record che esaltano solo i giornalisti.

Radja Nainggolan è rientrato all’Inter dopo l’anno di prestito Cagliari ed è a disposizione di Conte, con poche possibilità di trovare qualcuno che si accolli i suoi 4,5 milioni netti di ingaggio. Da tempo è partita la goffa operazione mediatica per rivalutarlo, ma non si capisce perché il belga con un anno in più sulle spalle dovrebbe essere più forte della sua versione 2019 di cui Marotta si liberò in maniera anche brusca, nonostante Conte fosse possibilista. Insomma, al solito lettori-telespettatori trattati come dodicenni: chissà se agli interisti verrà servito il Vidal ‘Tutto barbecue e famiglia’, guerriero duro ma leale, riservato in passato agli juventini. Pensiamo di sì.

Quale è il nesso fra Zaniolo e Nainggolan? Con il senno di prima, cioè dell’estate 2018, tutti erano convinti di avere fatto un affare. L’Inter che aveva pagato un centrocampista di qualità e personalità, prima richiesta di Spalletti, 24 milioni di euro più un giocatore indesiderato come Santon (valutato 9,5 milioni) e un giovane bravo ma dal ruolo ancora indefinito, mai preso in considerazione per la prima squadra e come attaccante ritenuto inferiore ai coetanei Pinamonti ed Odgaard: non a caso nella Primavera di Vecchi spesso giocava a centrocampo o da rifinitore dei due citati.

Era soddisfatta anche la Roma, che incassava 24 milioni per un giocatore dalla vita notturna spericolata, più un difensore nel quale hanno creduto anche allenatori molto bravi ed un giovane di prospettiva, uno che poteva sempre esplodere (ed infatti Ausilio a Monchi voleva dare Radu). Con il senno di poi l’affare l’ha fatto ovviamente la Roma, che si è liberata di una mina vagante ed ha un ragazzo che da sano vale minimo 40 milioni di euro. Con il senno di ‘poissimo’ l’affare rischia purtroppo di non averlo fatto nessuno. Tutto questo per spiegare, per la millesima volta e inutilmente, perché il calcio non può essere giudicato con i criteri con cui si giudica un’azienda di altri settori.

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