Cosa non va in Tommaso Paradiso

5 Settembre 2020 di Stefano Olivari

Fra Tommaso Paradiso e il popolo del web sceglieremo sempre l’ex frontman dei TheGiornalisti: questa è la premessa. Detto questo, cos’è che ha scatenato una valanga di critiche e di offese contro Ricordami, il suo nuovo singolo? Canzone che a noi non piace, anzi diciamo pure decisamente brutta, accettabile solo nei punti che ricordano Mamma Maria dei Ricchi e Poveri, pochissima cosa rispetto ai tanti capolavori tipo Felicità Puttana o Sold Out, sempre ben presenti nelle nostre playlist da viaggio in auto.

Ma la logica dice che una canzone che non ti piace la ignori, al massimo la disprezzi, di certo non perdi tempo a commentarla. Nel caso del musicista romano siamo invece oltre il solito schemino ‘Hai avuto successo, quindi ti massacro’ che in Italia ha più successo che altrove per ragioni culturali e quasi etniche: tutti noi siamo cresciuti convinti di essere circondati da raccomandati e gente che ci vuole fregare, quindi il successo è sempre qualcosa di cui sospettare. E da sminuire una volta che non c’è più.

Tommaso Paradiso non è soltanto un cantante di successo, ma ha due altre caratteristiche che mandano fuori di testa la critica ed un certo tipo di pubblico. La prima è che pur con una storia familiare difficile viene da un ambiente borghese, come del resto anche tantissimi che se la tirano da maledetti (Achille Lauro, per dirne uno) o da gente del ghetto senza aver mai visto un ghetto nemmeno in cartolina: non se ne è mai vergognato ed ha sempre affermato che il suo immaginario è quello di Venditti (l’amico Enrico, pur apprezzandolo, sostiene invece che sia uno storpiatore di pezzi degli Stadio). La seconda è che non è minimamente politicizzato, nelle canzoni e nelle dichiarazioni: il fatto di essere di sinistra (è simpatizzante di Zingaretti) non è abbastanza, il popolo di Twitter lo vuole più arrabbiato e attento al sociale.

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