Case alla vigilia del crollo

4 Settembre 2020 di Stefano Olivari

Come mai il prezzo della case in Italia non è ancora crollato? Stiamo parlando di un paese in cui si stima che oltre 7 milioni di abitazioni (un quarto del totale…) siano vuote, non affittate né utilizzate come seconda casa, e in cui il lavoro non solo è sempre più precario, ma anche quando non lo è viene pagato molto meno rispetto ai tempi dei nostri genitori.

Sul sito di Milano Finanza abbiamo letto che rispetto al 1962 un operaio della FIAT impegnando il 50% del proprio reddito avrebbe comprato casa in una discreta zona in 21 anni, mentre oggi nella stessa zona ce ne metterebbe 41. In altre parole, parlando di cose serie i suoi figli hanno la metà delle possibilità di essere indipendenti che lui ha avuto nell’Italia di inizio anni Sessanta. Poi è chiaro che un televisore costa meno, rispetto al reddito, oggi che negli anni Sessanta. Ma questo risparmio, azzardiamo, viene azzerato da pseudonecessità come i tanti abbonamenti che abbiamo o le mille cazzatine da perditempo. Vuoi fare a meno di Netflix? E di Spotify? E di più spazio sul cloud? Non abbiamo mai visto i nostri genitori andare ad un aperitivo in un locale e non certo perché gli mancassero i soldi.

Cosa vogliamo dire? Che i prezzi e il lavoro hanno movimenti di lunghissimo periodo, non dipendono dal governo Conte ma nemmeno da quelli Berlusconi e Prodi. Ma anche che noi viviamo oggi e che quindi nel mitico ‘mercato’, pensiero unico anche di chi lo avversa, c’è qualcosa che non va. In altre parole il sistema, con in testa ovviamente banche ed assicurazioni, tiene artificialmente alto, di almeno un 20%, il prezzo delle case in Italia.

Senza andare al paesello in cui il telefono non prende, a Milano rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso la disponibilità di appartamenti e stanze in affitto è salita del 300%. Sulla spinta dello smart working, della paura e del declino del lavoro senza particolari qualifiche stiamo assistendo ad un cambiamento epocale, non ancora confermato dai prezzi. Ecco, a meno di non doverci vivere non compreremmo una casa oggi.

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