La vita dopo Berlusconi

4 Settembre 2020 di Stefano Olivari

Silvio Berlusconi non è ancora morto, quindi evitiamo i coccodrilli preventivi. Il leader di Forza Italia è ricoverato al San Raffaele per una polmonite bilaterale, che considerata la positività al Covid e gli 84 anni non è uno scherzo. E l’ennesima avventura ospedaliera ha scatenato i peggiori istinti del popolo bue della rete, quando Berlusconi è stato fin dall’inizio dell’era Covid un fautore del distanziamento fisico, a partire dal suo.

Niente coccodrilli ma una modesta riflessione. Berlusconi è un personaggio amato ed odiato fin dagli inizi degli anni Settanta, con la costruzione di Milano 2 che già in embrione aveva tutto ciò che sarebbe arrivato dopo: la tivù commerciale, il consumismo e la vita borghese senza sensi di colpa, l’insofferenza per la politica, il culto della libertà individuale e di impresa. Significa che Berlusconi è sempre stato un personaggio pubblico, in vari campi, non solo per i giovani ma anche per chi oggi è sui sessant’anni.

In altre parole, sia gli ammiratori sia soprattutto i nemici (alcuni dei quali lo hanno di recente trasformato in padre della Patria) non hanno mai conosciuto un’Italia senza Silvio Berlusconi. Figura di sintesi come nessuna altra, credibile o ugualmente non credibile in qualsiasi contesto: in un convento con le zie suore come ad una festa con le olgettine, ad una riunione del G8 come ad un Monza Club, con grandi finanzieri come con pensionati, come uomo del presente e come garante dei valori del passato. Insomma, un uomo davvero unico e purtroppo raccontato prevalentemente da suoi dipendenti o da suoi hater. Ci mancherà, speriamo però fra qualche anno.

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