Bamboccioni anche gli americani

8 Settembre 2020 di Stefano Olivari

Il 52% degli statunitensi del 2020 fra i 18 e i 29 anni vive con i genitori ed è la prima volta nella storia USA che la soglia psicologica del 50% di bamboccioni viene superata (fonte: Pew Research Center). Un dato che fa magari sorridere gli italiani, ma che in America è clamoroso e che va confrontato con il 30% scarso di giovani adulti che negli anni Sessanta vivevano con almeno un genitore.

Magari anche per questo mutamento sociale qualcuno tirerà in ballo il Covid e i suoi tanti profeti di sventura, che smorzerebbero sul nascere qualsiasi progetto di vita. La realtà è che però dai tempi di Kennedy i 18-29enni inchiodati nella casa di famiglia sono quasi costantemente, anche se lentamente, aumentati, ma ancora negli anni Ottanta erano soltanto il 32%.

Volendo buttarla in politica, si potrebbe dire che la deregulation reaganiana e la globalizzazione clintoniana abbiano prodotto anche incertezza e più gente restia a lasciare la propria cameretta. Di certo il tasso di fertilità ormai stabilmente sotto al fatidico 2, adesso è 1,88, dice più di ogni altra statistica. Al netto delle scelte personali, tutte legittime (anche quella di dedicare il 100% della vita allo studio degli expetcted goal), la statistica aggregata indica un paese che si sta ripiegando su se stesso, mentre il nostro (1,44) è già quasi morto.

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