I veri perdenti del decennio

7 Agosto 2020 di Stefano Olivari

La Juventus ha appena vinto il nono scudetto consecutivo, il trentaseiesimo della sua storia. E l’addio di James Pallotta alla Roma, in mezzo alle pernacchie ingenerose di quelli che poi ‘Signora mia, in Italia manca la cultura sportiva’, oggi esaltatori di Friedkin che dice esattamente le stesse cose di Pallotta nove anni fa, ci ispira una riflessione che si può anche non leggere. Come del resto la rubrica su Recoba, che potrebbe diventare quotidiana.

E andiamo con la riflessione. Negli ultimi nove campionati di Serie A la Roma di Pallotta e soci è stata la terza squadra d’Italia per numero di punti: 653, dietro alla Juventus (810) e al Napoli (680). Il quarto posto è molto più in basso, a quota 581, ed è della Lazio. Poco sotto Inter e Milan, quinte con gli stessi punti, 579. Seguono Fiorentina (516), Atalanta (497), Udinese (427) e Torino (405).

Non occorre essere storico (cit. Franco Rossi) per notare che 7 di queste 10 squadre hanno avuto in questi anni la stessa proprietà, una (la Fiorentina) l’ha avuta per 8 stagioni su 9 e soltanto Inter e Milan sono finite nel tunnel di due diverse ricostruzioni, peraltro nessuna delle due ultimata. Cosa vogliamo dire è evidente: una proprietà stabile, anche quando i proprietari capiscono poco di calcio e/o hanno il braccino corto, vale più di allenatori e giocatori.

Inevitabile il confronto con la classifica dal 1929 ad oggi, con le prime 10 posizioni in quest’ordine: Juventus, Inter, Milan, Roma, Fiorentina, Lazio, Napoli, Torino, Bologna, Sampdoria. Nell’ultimo decennio ad essere peggiori rispetto alla propria storia sono stati quindi Inter, Milan, Fiorentina e Torino (asterisco: un campionato è stato in B ma non è un’attenuante perché Cairo ne è presidente dal 2005), per non parlare di Bologna e Sampdoria.

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