Buona stampa per Sergio Zavoli

5 Agosto 2020 di Stefano Olivari

Sergio Zavoli è morto, a quasi 97 anni di età, quindi non potrà leggere tutta la retorica sul ‘maestro di giornalismo’ che indubbiamente verrà riversata nei prossimi giorni su web, stampa e televisione. Non siamo così vecchi da avere vissuto in diretta il suo Processo alla Tappa, che andò in onda dal Giro d’Italia 1962 a quello del 1970, ma di sicuro è impossibile non avere visto almeno una volta la storica intervista a Eddy Merckx.

Era il 2 giugno 1969 e Merckx, maglia rosa, fu escluso dal Giro prima della tappa Celle Ligure-Pavia per doping, essendo stato trovato positivo a una sostanza anfetaminica. Non mettiamoci adesso a rivangare una vicenda celebre e veniamo a Zavoli. Che raggiunse un Merckx in lacrime, non metaforiche, nella sua camera d’albergo ad Albisola, e lo intervistò. Ne venne fuori un capolavoro di umanità, più che di giornalismo, che non a caso regge il tempo benissimo.

Certo il cuore del Processo alla Tappa non erano le interviste, per quanto clamorose, ma le analisi su un ciclismo che in televisione giusto si intravedeva, con immagini sgranatissime. Ed è per questo che tutti i tentativi ciclicamente fatti sono stati inferiori all’originale di Zavoli, al di là della scarsezza dei commentatori: il telespettatore non può emozionarsi per una cosa per cui si è già emozionato in diretta.

Tante le trasmissioni famose da lui ideate e condotte, dalla Notte della Repubblica a Nascita di una dittatura, Zavoli per la RAI ha fatto tanto. È però stato un giornalista profondamente legato alla politica e dalla politica anche beneficiato: nel momento della santificazione bisogna ricordarlo, fra l’altro lui fu sempre onesto nell’ammettere che l’intervento dei partiti sulla RAI fosse inevitabile. Giovane fascista, poi cattolico di sinistra, poi socialista imposto da Craxi come presidente della RAI dal 1980 al 1986 (fu la sua RAI ad inventare la tivù del dolore, dopo Vermicino la tivù non è più stata la stessa), infine senatore della sinistra con varie denominazioni (DS e PD). Un maestro di giornalismo? Di sicuro un giornalista che ha sempre goduto di buona stampa.

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