Sotto il sole di Riccione

4 Luglio 2020 di Stefano Olivari

Sotto il sole di Riccione, appena visto su Netflix che l’ha messo online l’1 luglio, è un classico film del genere adolescenziale-estivo. Un campionato in cui è difficilissimo emergere, visti i monumenti con cui ci si confronta, ma Younuts! (il duo di giovani registi formato da Niccolò Celaia e Antonio Usbergo, provenienti dal mondo dei video musicali) e gli sceneggiatori ce l’hanno fatta, tirando fuori 100 minuti di grande qualità, a tratti commoventi per chiunque sia giovane o lo sia stato davvero.

Il soggetto di Enrico Vanzina e la presenza di Isabella Ferrari (per sempre Selvaggia) hanno fatto in fase di promozione scattare il paragone con Sapore di Mare, ma al di là del mare e dell’estate in comune c’è poco. Quello del 1983 era un film comico, anche se pieno di momenti di poesia (cosa dire di Marina Suma triste sotto la pioggia? Si può morire in quel momento e dire di avere vissuto), con attori e caratteristi già affermati, ambientato in un passato che faceva scattare la nostalgia. Non mancavano poi le ambizioni sociologiche dei Vanzina, il loro vero tratto distintivo. Sotto il sole di Riccione è invece un film adolescenziale e sentimentale ambientato ai giorni nostri, con tanto di colonna sonora dei Thegiornalisti e anche una scena che coinvolge Tommaso Paradiso.

Tutto si svolge a Riccione, dove per l’estate arrivano la divorziata Irene (Isabella Ferrari) con il figlio Vincenzo, cieco, il napoletano Ciro (Cristiano Caccamo, visto in diverse fiction), aspirante cantante che si ricicla come bagnino, lo sfigato Marco che non riesce a dichiararsi a Guenda, e altri le cui vicende amorose si intrecciano. Bene nella parte Luca Ward, buttafuori di cui si innamora Isabella Ferrari, e soprattutto Andrea Roncato, credibilissimo playboy in disarmo che impartisce lezioni di vita.

Sotto il sole di Riccione è un film molto bello, per chi come noi ama il genere, ma soprattutto colpisce per la sua assenza di volgarità: non vuole strappare risate né lanciare messaggi, ma solo rappresentare l’estate come luogo dell’anima. Un film del presente, ma anche eterno: solo il tempo dirà se diventerà un cult, intanto a noi è piaciuto. In definitiva non è Sapore di Mare, ma nemmeno lo vuole essere.

Share this article