L’estate olimpica di Miguel Bosé

31 Luglio 2020 di Paolo Morati

Oggi facciamo un salto indietro di 40 anni e andiamo al Festivalbar del 1980, giusto per rivivere l’estate del passaggio da un decennio considerato serio e di piombo ad uno battezzato già subito di plastica oltreché frivolo, ma per noi sempre magico. Edizione caratterizzata da alcuni cambiamenti di stile e diverse evoluzioni di genere, con un doppio vincitore.

Partiamo da Miguel Bosé con la storica Olympic games, scritta tra gli altri da un Toto Cutugno fresco trionfatore di Sanremo con Solo noi, a dimostrazione della sua poliedricità di autore e musicista, e anche lui sul palco con Innamorati. Del resto era l’anno delle Olimpiadi di Mosca, e il giovane italo-spagnolo invitava tutti a non arrendersi mai, tra vincitori e vinti, fortuna e fama, sull’incalzante ritmo di Cutugno. E quindi non poteva che trionfare.

Altro brano importante e forse ancor più, Kobra, fu quello con cui venne invece premiata Rettore, all’apice di una carriera iniziata molti anni prima, e arrivata da una decisa trasformazione di stile e look tanto da diventare meritatamente una delle icone del periodo. Un brano ambiguo e rimbalzante, contenuto in un album (Magnifico Delirio) meritevole di una recensione dedicata.

Tanti erano i futuri classici in gara al Festivalbar 1980. Da Stella stai di Umberto Tozzi, ancora in pieno furore pop, a Il vento caldo dell’estate di Alice, anche lei con una nuova immagine e – grazie alla collaborazione con Franco Battiato e Giusto Pio – musica rispetto agli esordi. Intanto i Pooh ci deliziavano con Canterò per te, il loro brano che preferiamo in assoluto anche per un Dodi Battaglia in grande spolvero, Ivan Graziani (per restare in tema di chitarristi) lanciava uno dei suo grandi classici, Firenze (canzone triste) e Goran Kuzminac suonava la sei corde in stile finger picking intonando Ehi ci stai.

Tutte canzoni che, introdotte dalla voce rassicurante di Vittorio Salvetti, hanno resistito tranquillamente nei 40 anni successivi, passando dal vinile al CD fino allo streaming, nelle nostre playlist preferite. Poi quella estate c’erano in giro per le radio e i juke box, non in gara, anche Io ti voglio tanto bene di Roberto Soffici (che già alle prime note evoca ancora ricordi di vacanze) e Luna di Gianni Togni che sarebbe stato poi il vero trionfatore di quella estate. Almeno per noi.

Share this article