Gli anni di Recobamania

26 Luglio 2020 di Paolo Morati

Recobamania

Recobamania è stata un’iniziativa online di grandissimo successo, dedicata ad Alvaro Recoba e creata da Attilio Abbiezzi, interista di ferro nonché nipote di Giulio Abbiezzi, vicepresidente dell’Inter all’epoca di Ernesto Pellegrini. Lo abbiamo intervistato, condividendo il ricordo di quegli anni nel nome del mancino uruguagio.

Quando hai sentito parlare per la prima volta di Alvaro Recoba?
Nell’estate del 1997, quando entrò nella lista degli acquisti assieme a Ronaldo. Prima non ne avevo mai sentito parlare.

Qual è la sua prima partita che hai visto dal vivo? È scoppiata subito la scintilla?

E chi se la scorda: avevo l’abbonamento fisso in quegli anni e non mi perdevo una partita. 31 Agosto 1997, Inter Brescia. La famosa partita in cui tutti si aspettavano Ronaldo. L’Inter andò sotto di un gol. Recoba entrò al 70′, il resto è storia: in 17 minuti ribaltò il risultato con due bolidi da cineteca. Da quel giorno ogni volta che andavo al Meazza speravo solo di vederlo titolare.

Quando e come nacque l’idea di Recobamania?
Il sito nacque a dicembre del 2000. Recoba era già un calciatore che divideva i tifosi. O lo amavi o lo odiavi. Io decisi di aprire un sito per raccogliere notizie, video e interviste di quello che consideravo il giocatore di maggior classe che avessi mai visto indossare la maglia dell’Inter. Ai tempi non esistevano social con profili dei calciatori da seguire, e il mio sito voleva essere un punto di riferimento per chi come me apprezzava le sue giocate. Quasi subito ricevetti molte mail di tifosi che si complimentavano per l’idea e decisi di aprire anche un forum di discussione dove ognuno poteva esprimere il proprio parere. Questo forum è poi diventato il punto centrale del sito ed è durato circa 15 anni.

Chi erano gli iscritti? Tutti appassionati di calcio? E di cosa si discuteva principalmente sul forum?
Prevalentemente tifosi interisti. Uomini, donne, giovani e meno giovani. C’era anche qualche straniero non tifoso dell’Inter, ma estimatore di Recoba. Dall’incontro con altre persone venne alla luce anche il “Recoba Fans Club”, (un grazie ad Ilaria qui è d’obbligo) con cui ci piazzavamo in Curva Sud vicino alla “Banda Bagaj”. Lo striscione “Chi ama il Calcio ama il Chino” spesso sventolava dal secondo anello. Sul forum si parlava di calcio, ma non solo. Nacquero amicizie, ma anche screzi. Era un forum abbastanza libero, con poche censure o bannamenti (come si diceva in gergo), cosa di cui alcuni mi hanno spesso accusato. Ma io non mi sentivo il “Capo” che poteva decidere cosa si potesse scrivere e cosa no, e lasciavo che i commenti fossero liberi. Poi ci fu un periodo in cui si registravano anche centinaia di post al giorno e non avevo il tempo di leggerli tutti. Fu un’esperienza a mio avviso unica, irripetibile. Dalla passione per un calciatore nacque un microcosmo nel web, dove le discussioni su Recoba rimanevano ovviamente l’argomento principale, ma in cui la gente veniva anche per sfogarsi o parlare di altro. Lo ricorderò sempre con grosso affetto quel periodo.

Qual è stato il momento più emozionante degli anni di Recobamania?
Sicuramente la cena organizzata dall’Inter Fan Club, a cui prese parte anche il Chino in persona. Ho ancora il suo autografo appeso alla parete qui dietro di me in ufficio.

La sua partita migliore – e se vuoi anche quella peggiore – nelle stagioni in nerazzurro e i tre gol che ti hanno esaltato di più…
Per la migliore difficile dirtene una… ne scelgo tre, l’esordio Inter-Brescia di cui ti ho parlato prima, Inter- Roma del 2002, con doppietta e partita perfetta per il Chino. Poi l’indimenticabile Inter-Sampdoria, con risultato ribaltato dallo 0-2 al 3-2 negli ultimi 5 minuti (con Recoba entrato da poco che sembrava inarrestabile, e che siglò il terzo gol nei minuti di recupero). Però sono tanti i ricordi di emozioni non solo per i gol segnati (quasi tutti spettacolari), ma anche per le giocate incredibili e gli assist fatti dal Chino (e qui la gente ha la memoria corta…) . La partita peggiore purtroppo direi il derby della semifinale di Champions, dove fummo eliminati con due pareggi.

Secondo te perché Recoba non si è mai imposto veramente, entrando più nel mirino dei critici rispetto ad altri suoi compagni, e qual era secondo te il suo vero ruolo?
Recoba è stato il primo ad ammettere di essere sempre stato un po’ pigro. A volte sembrava sparire dal campo, o non entrarci proprio. Questo il suo limite più grosso. Con un po’ più di costanza ed impegno sarebbe veramente diventato uno dei più forti calciatori di tutti i tempi. I numeri che aveva, la classe con cui accarezzava e calciava il pallone, la sua visione nello smarcare i compagni… non li ho visti in nessun altro giocatore dell’Inter. E seguo l’Inter dal 1988. Poi ha avuto la “sfortuna” di avere come concorrenti in squadra gente del calibro di Ronaldo, Vieri, Crespo, Adriano, Baggio… quindi difficile avere un posto fisso in squadra e trovare continuità. Sul suo ruolo ti rispondo quello che disse Cuper in un intervista: “Recoba non è un centrocampista, non è un’ala, non è nemmeno un trequartista, Recoba è un attaccante che si esprime al meglio quando è libero di svariare su tutto il fronte d’attacco”

Se Recoba non fosse andato in prestito al Venezia, puntandoci subito su di lui come titolare al fianco di Ronaldo, la sua storia nell’Inter sarebbe stata effettivamente diversa?
Difficile dirlo. Al Venezia in realtà Recoba ebbe la possibilità di esprimersi al meglio e di dimostrare le sue qualità. All’epoca speravo che tornando avrebbe potuto trovare un ruolo fisso, ma non fu così…

Cos’hai provato quando ha lasciato l’Inter? Hai continuato a seguirlo anche nelle stagioni successive?

Ovviamente mi dispiacque molto non poterlo più seguire dal vivo. Nella sua ultima partita all’Inter ci regalò un colpo da biliardo, con gol direttamente da calcio d’angolo. Ho continuato a seguirlo anche dopo: guardavo anche le partite del Torino, quando giocava lui. Poi quando passò al Danubio prima e al Nacional dopo divenne difficile anche trovare le partite, e ormai la storia si stava chiudendo. Ha regalato comunque anche delle perle nei suoi ultimi anni di carriera.

Perché ancora oggi quando si parla di Recoba la discussione si fa secondo te così accesa tra suoi sostenitori e detrattori?
In oltre 30 anni di partite viste allo stadio ho visto tifosi criticare nell’ordine: Beccalossi, Altobelli, Rummenigge, Klinsmann, Ruben Sosa, Pirlo, Baggio, … Non so perché ma in alcuni tifosi interisti manca la capacità di scindere la parte razionale (quella che fa giustamente apprezzare giocatori che danno l’anima in ogni partita), dalla parte più irrazionale, o chiamiamola la parte più poetica del calcio: quella che ti fa emozionare per una traiettoria che fisicamente sembra impossibile o per come certi giocatori toccano il pallone. Chi non ha saputo vedere questa parte emozionale in Recoba continua ad attaccarlo ancora oggi. Chi invece ha saputo andare oltre lo difenderà a spada tratta. E comunque aggiungo che solo i grandi campioni a distanza di anni possono riuscire a fare discutere ancora di sé in questo modo.

Cosa si può rispondere a chi afferma che il Chino è stato un giocatore come tanti altri il cui mito vive solo dei video dei suoi gol e assist?
Io amo il calcio perché mi piace lo spettacolo e le emozioni che può dare. I ricordi più belli sono per partite vinte all’ultimo minuto, magari ribaltando il risultato, non per partite vinte sei a zero. Ripeto, amo lo spettacolo. E Recoba ERA uno spettacolo, e i video che oggi girano tanto in rete con i suoi goal SONO uno spettacolo. Vi sfido a trovare una compilation di goal di un singolo giocatore, con così tanti goal che sono diventati leggenda.

Infine, all’Inter di oggi manca un Recoba?
Assolutamente sì!

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