Giana, l’orgoglio di Gorgonzola

9 Luglio 2020 di Gianluca Casiraghi

Giana, un nome che a noi dice molto. Pochi secondi di una partita bastano e avanzano per cambiare il corso della stessa e anche di un’intera stagione, pochi secondi in cui il dio del pallone sembra riprendersi tutto quello che ti aveva concesso nelle stagioni precedenti. Playout di Serie C tra Giana e Olbia, partita di ritorno a Gorgonzola, in Sardegna l’Olbia si è imposta 1-0, i padroni di casa già al 3′ sono passati in vantaggio con un calcio di rigore del centravanti Fabio Perna.

Risultato che vale la salvezza, e con il trascorrere dei minuti tutto va in favore dei biancazzurri. Al 7′ del secondo tempo i sardi restano in dieci per l’espulsione per somma di ammonizioni di Lella e al 17′ della ripresa addirittura in nove per la cacciata di Giandonato. Avanti 1-0, 30 minuti di partita da affrontare con due uomini in più, la salvezza, pensano tutti, è in tasca per la Giana. E, invece….

Tra i minuti finali e il recupero. La Giana sbaglia in più di una occasione la rete della sicurezza e al 92′ succede l’imponderabile: calcio d’angolo battuto corto dall’Olbia, cross dolce in mezzo di Pennington e Ogunseye, indisturbato, anticipa di testa il portiere Acerbis e mette in rete. C’è ancora tempo per un gol annullato alla Giana per fuorigioco di Cortesi. Alla fine Olbia salvo e Giana che ritorna in Serie D, tra i dilettanti dopo sei stagioni storiche tra i professionisti in C.

Erminio Giana, poi diventata Giana Erminio, la Giana per tutti, è una storica società di calcio della città di Gorgonzola in Martesana, la zona che a est di Milano va fino al fiume Adda, fondata nel 1909 con il nome di Argentia (parte del toponimo latino, Curte Argentia, dell’antica Gorgonzola romana) e che negli Anni Trenta fu intitola al sottotenente degli alpini gorgonzolese Erminio Giana, morto nel 1916 nella battaglia sul monte Zugna tra le province di Trento e Vicenza.

La Giana è un punto di riferimento del calcio in Martesana, andare a giocare nella Giana e indossare la maglia a righine strette bianco e nere ha sempre dato prestigio, ovviamente a questi livelli. Tra gli anni Sessanta e Settanta altre squadre della zona l’avevano superata come traguardi sportivi, Melzo e Tritium di Trezzo sull’Adda si erano inerpicate sino alla Serie D mentre i bianconeri l’avevano soltanto sfiorata a fine Settanta.

E all’inizio del decennio successivo è piena crisi per la Giana: scende in Prima categoria e gioca alcune stagioni più vicina alla retrocessione in Seconda che al ritorno in Promozione. In città in quegli anni tira di più il calcio femminile, non ancora diventato di tendenza (…), con il Gorgonzola che arriva secondo in Serie A.

La svolta è però dietro l’angolo per la Giana: nella primavera del 1985 la società è acquista da Oreste Bamonte, imprenditore caseario salernitano noto per le sue mozzarelle, emigrato a Gorgonzola all’inizio degli anni Sessanta, che ha creato un impero nel settore. E qui comincia il suo regno, che dura ancora oggi e fino a pochi giorni fa ne faceva il presidente più longevo del professionismo, con 35 anni di presidenza.

Bamonte costruisce una rosa fortissima per andare subito in Promozione, guidata da Giuseppe Mazzoleri, allenatore-giocatore con molti trascorsi tra i professionisti con le casacche di Trevigliese, Cremonese e Pergocrema. I bianconeri sono subito protagonisti un agguerritissimo girone di Prima categoria pieno di quadre blasonate dell’epoca e anche odierne, un nome su tutti il Caravaggio, ma il duello principe sarà con la Vapriese, altra nobile decaduta appena retrocessa dalla Promozione (in quegli anni era la massima categoria dilettantistica, nda).

Parte un duello appassionante, almeno per noi che non riteniamo che il calcio si esaurisca con la Champions League, un duello che nemmeno il migliore degli sceneggiatori avrebbe saputo scrivere e all’ultima giornata la Giana precede in classifica la Vapriese di due lunghezze (la vittoria vale ancora due punti). Il calendario propone proprio Vapriese-Giana al Comunale Gaspare Mariani di Vaprio d’Adda. Alla Giana basta un pareggio per rivedere la Promozione dopo un po’ di stagioni mentre se vince la Vapriese ci sarà lo spareggio, una gustosa replica tra soli sette giorni.

Noi c’eravamo, come spettatori e giovani tifosi della Vapriese, squadra in cui militavamo allora nei Giovanissimi e tra le cui file abbiamo trascorso gran parte della carriera. Oltre mille persone di pubblico, allora era così, stipate sulla piccola tribuna del Mariani e tutto intorno al campo. Sfida tirata come tutte queste da ultima spiaggia, emozioni pochine ma ultimo minuto da brividi e qui c’è la prima vera sliding door nella storia della Giana.

Novantesimo, palleggio al limite dell’area del fantasioso attaccante della Vapriese Ivan Vaccari, improvvisa mezza girata, si sta per gridare al gol. Invece è palo pieno. Trascorrono soli altri 30 secondi, sempre Vaccari si gira e tira, il portiere della Giana Beretta è a metà dell’area ed è superato, sulla linea di porta si materializza il meno osannato dei giocatori della Giana, l’oscuro mediano numero 4 Perego (sarebbe stato perfetto per la futura hit di Ligabue) e con il corpo respinge.

Triplice fischio finale e la Giana è in Promozione, però è stata a pochissimi millimetri dal dover andare allo spareggio e rischiare di rimanere ancora in Prima categoria. Da quel lontano giorno di maggio del 1986 la Giana cominciò la sua epopea, prima ai massimi livelli dei campionati dilettantistici e nelle ultime stagioni addirittura tra i professionisti mentre la Vapriese restò sempre tra Prima e Seconda categoria, fallendo nel 2013, proprio nella stagione in cui la Giana approdò per la prima volta in Serie D. Ah, quanto pesarono quei due palloni di Vaccari arrivati a pochi millimetri dal gol…..

La Giana dalla Promozione sale in Eccellenza nel 1991-1992 quando la federazione crea questo nuovo campionato e ne è frequentatrice abituale, con qualche ricaduta in Promozione ogni tanto. Nel 1995 c’è un’altra tappa fondamentale della storia della Giana: Bamonte prende come allenatore Cesare Albè da Cassano d’Adda, che con la squadra del suo paese, il Cassano, si è issato dalla Prima categoria sino all’Interregionale (l’attuale Serie D). E questo rapporto è durato ancora fino ai giorni nostri, con due sole piccole interruzioni nelle ultime stagioni di Serie C quando sulla panchina della Giana si sono accomodati Raul Bertarelli e Riccardo Maspero.

25 anni di panchina biancazzurra, sì biancazzurra non più bianconera, perché Bamonte, sfidando ogni superstizione, aveva cambiato i colori sociali nella seconda metà degli anni Novanta, che hanno regalato ad Albè il soprannome di Ferguson della Martesana. Albé che dopo la sconfitta nel playout con l’Olbia è tornato alla sua attuale carica di vice presidente.

Ogni tanto la Giana retrocede dall’Eccellenza alla Promozione ma dura quasi sempre una sola stagione, con campionati vinti con record di punti. Tutto questo continua sino alla stagione 2010-2011: alla partenza una Giana che punta ai playoff per salire finalmente in Serie D; invece, la squadra non carbura, segna poco e si deve giocare la salvezza ai playout contro la Vimercatese Oreno. A Vimercate la Giana perde 3-1, a Gorgonzola nel ritorno si gioca tutto, vince però ancora la Vimercatese Oreno per 2-1 e protagonista è Daniele Pinto, che in quella estate passerà alla Giana, sarà uno dei protagonisti della scalata fino al professionismo ed è l’attuale capitano.

E dal quel nuovo capitombolo nasce una “nuova Giana”, lo raccontò in un’intervista di alcuni mesi più tardi il capitano di allora, il difensore centrale Andrea Chiappella: “Erano passate ormai ore dalla sconfitta con la Vimercatese Oreno che aveva decretato la nostra retrocessione in Promozione e nel parcheggio dello stadio Comunale eravamo rimasti soltanto il mister Albé e io e prima di salutarci ci siamo detti “Questo non è un punto di arrivo ma di partenza, da domani pensiamo subito a tornare in Eccellenza”.

Da lì altro che l’Eccellenza, in tre anni ci furono addirittura tre campionati di fila vinti, abbastanza agevolmente la Promozione dopo una partenza al rallentatore, l’Eccellenza con il record di 88 punti, la Serie D alla prima partecipazione; la Giana dopo 105 anni di storia è tra i professionisti. Nell’anno della Serie D il Dio del pallone ci mise ancora la mano; tutti pensavano che la Giana potesse essere inserita nel girone B, pieno di quadre agguerritissime bergamasche, venete ed emiliane e, invece, andò nel più “dolce” girone A, presidiato dalle formazioni piemontesi e liguri. Quattro pareggi iniziali, poi una cavalcata trionfale con la promozione conquistata proprio al Comunale alla penultima giornata, sconfitta indolore 3-2 con la Caronnese in un pomeriggio piovosissimo.

Da quel momento 6 stagioni in Lega Pro, ora ancora Serie C, con il particolare primato di essere l’unica società professionistica intitolata a una persona. La Giana nella prima parte del campionato 2013-2014 è ospitata al Brianteo di Monza, poi ritorna nel rinnovato “Comunale”, diventato “Città di Gorgonzola”, ristrutturato proprio dal presidentissimo Bamonte. Sei anni che hanno visto indossare la maglia biancazurra campioni del calibro di Andrea Gasbarroni, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene con l’Italia di mister Claudio Gentile e Andrea Pirlo, il bomber Salvatore Bruno, 98 reti in Serie B ed ex del Chievo in A, e il centrocampista Alex Pinardi ex Atalanta e Modena nella massima serie.

Proprio nell’annata 2016-2017 con Bruno e Pinardi mattatori la Giana è arrivata a un soffio dall’eliminare negli ottavi dei playoff il Pordenone, che nella Final four di Firenze fu derubato della finalissima a favore del Parma, che poi fu promosso in Serie B. Qualche errore di valutazione di troppo della dirigenza nelle ultime stagioni ha portato a una salvezza sofferta nel 2018-2019 terminata con Maspero in panchina e a oggi, in cui il peggio sembrava passato con la rimonta affidata al condottiero di sempre Cesare Albé.

Il coronavirus e le divinità del calcio ci hanno messo lo zampino, la Lega di Serie C ha deciso di passare direttamente a playoff e playout e in pieno recupero si è consumato il dramma sportivo già raccontato. Poco male, probabilmente, perché c’è la possibilità che la Giana non debba riprendere dalla D ma che sia ripescata in C. Sarà un’altra sliding door nella centenaria storia bianconera, scusate, biancazzurra?

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