Chi lava i piatti

9 Luglio 2020 di Indiscreto

Chi lava i piatti? In questo senso: chi lava i piatti in casa? La confessione di Tony Blair, sul fatto di non lavare i piatti e in generale di non aiutare in casa dal 1997 (data non casuale, in quell’anno diventò primo ministro britannico) ha fatto molto discutere, perché nella villa in cui vivono i Blair non c’è personale di servizio, a parte il giardiniere, e quindi qualcuno i piatti dovrà pure lavarli, senza contare il resto delle pulizie di casa.

Questo qualcuno è ovviamente la moglie Cherie Booth, tutt’altro che una casalinga disperata ma un avvocato con una sua vita e quattro figli, che sarebbero poi anche figli di Blair. Lasciamo il peggior primo ministro britannico di sempre (chi si ricorda dell’Ulivo mondiale?), i suoi piatti e le sue guerre basate su minacce tarocche, venendo quindi al punto: sinceramente, quanti uomini non single conoscete che lavino regolarmente i piatti e sbrighino le faccende di casa? Già il cucinare è un’altra faccenda, che negli ultimi tempi è stata nobilitata in chiave anche criptogay e che quindi riscontra l’interesse di qualche uomo in più.

Chi lava i piatti, quindi? In maniera più diretta: voi li lavate? Ci permettiamo il ‘voi’ vista la composizione quasi esclusivamente maschile del pubblico di Indiscreto, come certi bei club inglesi di una volta… Una domanda che nell’Italia del 2020 vale ancora la pena di fare, perché spiega i rapporti fra i sessi meglio di tanta sociologia.

Personalmente non laviamo quasi mai i piatti, se non in emergenza, un po’ per non litigare (asciugarli è stupido, quando si ha lo scolapiatti, però ci viene chiesto di farlo) e molto perché crediamo nella divisione del lavoro. Ci sono incombenze noiose da uomo, come buttare la spazzatura, pagare le bollette e occuparsi dell’auto, e incombenze noiose da donna, senza che ci sia il bene o il male. Altra cosa è la donna che fa la schiava per tutta la famiglia mentre il marito-fidanzato ascolta l’intervista a D’Aversa o Pioli. e nemmeno si accorge della sua presenza.

Già nelle pulizie di casa notiamo un maggiore equilibrio: le cose più faticose acrobatiche gli uomini, le cose più di precisione le donne. Ma il punto non è questa contabilità mediocre, che ci si rinfaccia di solito in fase di separazione, bensì la considerazione del lavoro altrui. Tutt’altro discorso si può e deve fare, senza problemi, quando uno dei due componenti della coppia è casalingo/casalinga di professione: in quel caso non si capisce perché chi lavora fuori dovrebbe lavorare anche in casa.

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