Un giro da Zara

12 Giugno 2020 di Stefano Olivari

Zara ha deciso di chiudere 1.200 fra i suoi punti vendita sparsi per il mondo, Italia compresa. Una brutta notizia per i tossici dello shopping, ma anche molto significativa perché non va inserita nel solito bollettino della sfiga post lockdown. Al di là dei mesi in cui i suoi negozi sono stati chiusi, Zara infatti non è in crisi e meno che mai lo è la sua casa madre, Inditex, di proprietà di Amancio Ortega che all’ultimo conteggio di Forbes risulta essere l’uomo più ricco di Spagna con un patrimonio di 62,7 miliardi di dollari, in una classifica in cui Florentino Perez è nono con solo 2,2 miliardi.

Nella sostanza questi ultimi mesi hanno fatto capire che per l’abbigliamento ed in generale i prodotti poco costosi la vendita online può tranquillamente sostituire quella fisica. Anche perché di solito Zara è nelle città di una certa grandezza ed anzi è uno di quei marchi (Inditex è anche proprietaria di Stradivarius, Massimo Dutti, Bershka e altri) che contribuiscono a renderli un po’ tutti uguali: certi affitti in certe vie sono però sostenibili ormai soltanto per motivi di immagine, anche per i colossi.

Senza contare tutti i problemi di magazzino e di gestione delle scorte che vengono risolti dal web: nel mondo del fast fashion, quindi mettiamoci anche H&M, Mango, eccetera, il tempo che passa dalla produzione alla vendita in negozio già è inferiore alle due settimane, con l’online un vestito fabbricato oggi potrebbe arrivare a casa di chiunque entro due giorni. E in un modello di business basato sì sulle economie di scala, ma soprattutto sul copiare tendenze e modelli degli stilisti veri, il fattore tempo è decisivo.

E quindi? Ci dispiace innanzitutto per i commessi, anche se bisogna ricordare che i negozi di Inditex nel mondo rimangono circa 7.000, non sono certo scomparsi. È sicuro che nei prossimi anni rimarranno in vita quelli grandi, in centrissimo (i flagship store, in cialtronese), ma per tutti gli altri sarà dura. Anche perché la frase “Andiamo a fare un giro da Zara”, davvero interclassista, di solito implica che il giro sia in centro. Se invece serve solo la magliettina, senza l’aspetto emozionale, tanto vale ordinare online.

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