Recoba e Simoni

28 Giugno 2020 di Indiscreto

L’Alvaro Recoba italiano è come tutti sanno iniziato il 31 agosto 1997 a San Siro, con quei due gol al Brescia che tutti ricordano, tuttora cliccatissimi su You Tube. Era il grande giorno dell’esordio di Ronaldo in serie A ed il Fenomeno, che ai tempi qualcuno chiamava Ronaldinho, fece tutto sommato una buona partita, colpendo una traversa e andando più volte vicino a segnare.

Mediocre invece la partita dell’Inter, con Simeone e soprattutto (ma non era una novità) Djorkaeff peggiori in campo, Ganz a litigare con il pallone e il Brescia di Materazzi a difendersi come si faceva una volta. A 17 minuti dalla fine Simoni giocò la carta Recoba, che anche nelle amichevoli precampionato era stato quasi sempre utilizzato come sostituto di Ganz. Nemmeno un minuto ed ecco il gol di Hubner, girata di sinistro dopo essere stato ben servito da Pirlo e mal controllato da Galante. Poi i due gol capolavoro del Chino, tirati fuori praticamente dal nulla: il sinistro da 25 metri, di fatto senza rincorsa, poi la punizione che sorprese Cervone.

La curiosità è che Recoba, nonostante fosse già dalle amichevoli un pupillo di Moratti, con Simoni in quel campionato giocò pochissimo anche come semplice rincalzo: 8 presenze per 271 minuti totali, quindi in pratica 3 partite intere. Giocò pochi minuti a Bologna il turno seguente, poi fu letteralmente dimenticato fino al 25 gennaio, quando segnò da metà campo all’Empoli.

Qualche lampo in Coppa Italia e tantissima tribuna, una situazione in parte spiegabile con l’abbondanza di punte e mezzepunte a disposizione di Simoni: fino al mercato invernale Branca (che sarebbe andato al Middlesbrough) e Ganz (al Milan), per tutta la stagione Zamorano, Djorkaeff, Kanu e anche Moriero, in certe partite unico sostegno offensivo a Ronaldo. Certo è che Recoba era il solo a parlare lo stesso linguaggio calcistico di Ronaldo. Ma Simoni, pur apprezzandone il talento, lo considerava uno incapace di rispettare le consegne per più di un quarto d’ora. E lo sottoutilizzò anche quando la concorrenza era poca.

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