Lavoro a mano armata, il miglior Cantona

24 Giugno 2020 di Stefano Olivari

Lavoro a mano armata è una serie televisiva francese che su Netflix è arrivata qualche settimana fa e che abbiamo appena finito di vedere, su buonissimo consiglio dell’amico Alex. Una serie, anche se per lo sviluppo della storia ci sembra improbabile una seconda stagione, che ha come protagonista assoluto Éric Cantona, nella parte di Alain Delambre, uomo di mezza età con un mutuo ancora da pagare e che dopo aver perso il lavoro vive di sussidi e lavoretti, fino a quando dopo aver risposto a mille annunci gli si presenta una apparentemente buona occasione.

In pratica una grande azienda aeronautica, la Exxya, pare voglia offrirgli un ruolo da selezionatore del personale e Delambre si mette in competizione con gli altri molto più giovani aspiranti al posto. Per una volta il sistema sembra premiare la sua perseveranza e la sua onestà, ma ovviamente non è mai così e a Delambre-Cantona viene quindi in mente di strumentalizzare chi lo ha sempre strumentalizzato, usando la multinazionale, i media e la sua stessa famiglia, la moglie Nicole e le figlie Lucie (sua avvocata poi, nella puntata più intensa) e Mathilde.

Tanti i colpi di scena, quindi con la trama di Lavoro a mano armata (Dérapages il titolo originale francese) ci fermiamo qui. Una serie che non ha certo temi originali (l’uomo qualunque che impazzisce o rinsavisce, a seconda di come la si veda, e si arma, il mondo del lavoro che esclude gli ultracinquantenni, la vita carceraria, le multinazionali cattive) ma che li tratta molto bene, con ritmo e personaggi credibili.

In questa serie, ispirata all’omonimo romanzo di Pierre Lemaitre (non l’abbiamo letto, non potremmo fare confronti se non copiandoli da altre recensioni), Cantona è semplicemente bravissimo, perché non si limita a fare Cantona (quando spacca la faccia al genero carrierista è davvero lui) ma interpreta in maniera perfetta le varie facce di una persona normale: il piccolo borghese attaccato alla sua casa e all’idea di famiglia, il giocatore d’azzardo, il manipolatore, il romantico, il cinico, l’umile, l’arrogante. Con un messaggio molto forte, raramente compreso: tutto è contrattabile, tutti sono in una certa misura ricattabili. Facendo un discorso caro ai lettori di Indiscreto, potremmo sintetizzare così: Cantona sopravvalutato come calciatore, anche se aveva un carisma misterioso che ti teneva incollato alla partita, ma sottovalutato come attore.

Share this article