La nuova maglia dell’Inter

30 Giugno 2020 di Stefano Olivari

La nuova maglia dell’Inter, ideata dalla Nike, ci fa schifo. Ma siamo ancora abbastanza lucidi per ammettere che un post contro le nuove maglie dei grandi club, ovviamente obbligate ad essere molto diverse dalle originali perché se fosse questione di dettagli nessuno le comprerebbe, è banale anche per gli standard del giornalismo sportivo. Signora mia, che tempi, ridateci Canuti e Ambu (nota a margine: non c’è ironia snobistica, lo pensiamo davvero con tutto il cuore) con la maglia nerazzurra a righe verticali senza sponsor.

La nuova divisa cosiddetta Home, cioè la prima maglia dell’Inter, si caratterizza per l’orrendo zig zag che secondo i creativi della Nike dovrebbe rappresentare il desiderio di innovazione tipico di Milano, e riprende “Forme e colori caratteristici dello stile tribal-pop e reinterpreta le iconiche righe nerazzurre con onde e zig-zig”. Secondo Scott Munson, dirigente Nike, “La grafica a zig-zag è alla base del design post-modernista ed è anche un richiamo al Biscione”.

A questo punto, se fossimo veri uomini, dovremmo scaricare il modulo per l’iscrizione ad un gruppo paramilitare lombardo, o lasciarci morire come Bobby Sands. Invece per arrivare alla fine del mese dobbiamo fare la parte di quelli al passo con i tempi, felici di non avere più punti di riferimento. Cambiate il nome Inter con quello degli altri 99 club più famosi al mondo e vedrete le stesse logiche: su tutte l’inseguimento del tifoso-turista, che numericamente è superiore al tifoso-critico, consuma di più, rompe meno i coglioni, si commuove per le riserve del Manchester United, forse è addirittura contento di assistere a partite a porte chiuse in modo da poter chattare su altri tre schermi.

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