Junipero Serra e la conversione

22 Giugno 2020 di Stefano Olivari

Sabato una statua di Junipero Serra è stata abbattuta a Los Angeles, in Placita Olvera, come tutti i media statunitensi hanno riportato, da parte di un gruppo di persone, che poi attraverso Twitter ha solidarizzato con Black Lives Matter (fonte: Los Angeles Times) e poi ha omaggiato la statua di Serra con l’ormai classica vernice rossa. Ma chi era Junipero Serra?

Si tratta di un frate francescano, nato nel 1713 in Spagna e diventato santo patrono della California, come abbiamo scoperto fuori tempo massimo nel libro Il mondo di Tom Brady che Roberto Gotta ha dedicato (ed Indiscreto prodotto) appunto a Brady, che da ragazzo frequentò la Junipero Serra High School (che però è a San Mateo, quindi in zona San Francisco: tutti santi, fino a nuovo ordine). Occidente, Cristianesimo, Serra, Brady, MAGA, Trump, Putin, hacker russi, ecco che nella testa del giornalista collettivo tutto torna.

Si deve a Serra la diffusione del cattolicesimo nell’Ovest di quelli che sarebbero diventati gli Stati Uniti d’America, ai tempi colonia spagnola. E i metodi, non tanto del francescano quanto degli inviati della Corona di Spagna, furono di tipo spagnolo, nel senso peggiore dell’espressione: conversioni forzate e lavori forzati, oltre alla perdita dell’identità culturale da parte dei nativi, sul modello sudamericano dei secoli precedenti. Meno fondate le accuse di genocidio, non perché i nativi morti per colpa degli spagnoli (soprattutto delle malattie da loro portate) fossero pochi, anzi nella sola California la popolazione sotto l’oppressione spagnola diminuì, ma perché non era pianificato.

Non era comunque una colpa di Serra, che era lì per diffondere il Cattolicesimo ed è per questo che dopo accurate inchieste è diventato beato con Giovanni Paolo II e santo, non esattamente subito ma dal 2015, con Papa Francesco. Con lo stesso metro, cioè andare a vedere tutte le conversioni forzate della storia, bisognerebbe abolire una buona parte della storia del Cristianesimo e la quasi totalità di quella dell’Islam (Dove si firma?).

Come nel recente caso Montanelli, pensiamo che inserire i fatti in un contesto temporale non debba impedire di giudicare i grandi personaggi con la sensibilità di oggi, quindi Serra è criticabile come tutti i santi (lui anche in senso stretto), per lo meno nella parte di mondo civile che può criticare i santi. Di sicuro la folle ondata di politicamente corretto seguita alla morte di George Floyd rischia di essere peggiore degli atti criminali di qualche poliziotto, visto che mina alla base la libertà di espressione. Il prossimo passo dovrebbe, secondo logica, essere l’assalto all’ambasciata spagnola a Washington, visto che ai tempi di Serra c’erano già sul trono i Borbone.

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