Gli incassi dei parrucchieri

24 Giugno 2020 di Indiscreto

Molti parrucchieri sono in crisi, dopo il boom di prenotazioni nei primi giorni dopo la fine del lockdown. E non perché abbiano alzato i prezzi, ad esempio il nostro è sempre a 21 euro per shampoo più taglio. Diverse associazioni di categoria hanno denunciato un calo della clientela, con l’attività a regime, nell’ordine del 20%, e nel caso degli estetisti, per non dire estetiste, il calo medio dell’attività supera il 30. Cosa vuol dire tutto questo?

Qualcuno sta continuando a tagliare o a farsi tagliare i capelli in maniera casalinga, soprattutto nel caso di bambini maschi che li tengono corti. Ma c’è anche dell’altro e questo altro è il clima di depressione che sta tenendo in ostaggio ancora oggi buona parte dell’Occidente (in altre parti del mondo hanno problemi più seri di un virus) e che induce ad una sorta di espiazione che si materializza nella rinuncia a spese ritenute superflue. Nel caso delle donne, ad esempio, si sta assistendo al festival delle tinte casalinghe ed a volte per strada sembra di essere circondati da ex fidanzate di Maradona (anche per le ciabatte).

Questa crisi dei parrucchieri è meno logica di quella delle auto, dell’abbigliamento o del turismo, per questo ci sembra degna di sottolineatura. Colpisce i singoli artigiani, quelli con cui una volta si parlava di due sole cose (una era il calcio), ma anche i saloni con lavoranti napoletani criptogay. Come al solito è questione di percezione: si pensa di risparmiare evitando i 21 euro del parrucchiere e poi magari si vota per un partito che si compra i voti distribuendo sussidi, e quindi tasse, a pioggia.

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