365 giorni: ti sei persa, bambolina?

28 Giugno 2020 di Stefano Olivari

365 giorni è forse il primo film polacco che non faccia cadere i coglioni, fra quelli arrivati in Italia, e già solo per questo meriterebbe una citazione. Il film del momento, da poco in onda su Netflix, sta avendo uno strepitoso successo di pubblico ma non certo di critica, e non è difficile capire il perché di entrambe le situazioni.

È infatti un film erotico, ma anche per certi versi eretico, dove i protagonisti sono un uomo e una donna: etero, bianchi, ricchi, non particolarmente interessati ai temi del cambiamento climatico, del razzismo, dell’inclusione, delle fake news, dell’hate speech. Non c’è una sola scena in cui il resto del mondo sembri interessargli ed è giusto così.

Lui, Massimo, (l’attore è Michele Morrone, tante fiction e una partecipazione a Ballando con le stelle), è un boss mafioso siciliano. Lei, Laura (attrice Anna-Maria Sieklucka), è un’imprenditrice polacca con un fidanzato appassionato più al computer e agli amici che a lei, che si consola, relativamente, con chat e vibratori.

Massimo la nota su una spiaggia poco prima che il padre, boss anche lui, venga ammazzato, e dopo qualche anno la ritrova mentre lei è in vacanza in Sicilia. Nota la sua insoddisfazione, sessuale e non, così ha la bella idea di rapirla, proponendole un patto: se entro 365 giorni lei non si innamorerà, allora sarà libera di andarsene. Lei all’inizio si ribella, ma nemmeno tanto.

Questo lo schema trash di un film dai dialoghi ultra trash in polacco, italiano e inglese (“Ti sei persa, bambolina?” la frase di culto, ma a noi piace anche “Lui è un maschio Alpha, mi fa sentire come una ragazzina” con cui Laura spiega la situazione all’amica) che in realtà ci è piaciuto moltissimo, al 99% per la carica erotica dei due protagonisti che non si vede solo nelle scene di sesso ma nell’atmosfera creata da Blanka Lipinska, l’autrice del libro da cui è tratto il film, che ha dichiarato senza problemi di aver voluto mescolare 50 sfumature di grigio al fascino che la Sicilia ha agli occhi degli stranieri. Un dettaglio che le scene italiane siano state girate a Sanremo, mentre quelle polacche a Varsavia, Cracovia e Niepolomice.

Non spoileriamo oltre, ma siamo convinti che 365 giorni, in polacco 365 Dni, possa piacere soprattutto alle donne etero e diventare un loro film di culto, non perché sognino di essere rapite (a volte sì, comunque, quando il marito si addormenta davanti ai Signori del calcio) o costrette a fare qualcosa con la forza, ma perché la principale lamentela è quella di essere uno dei tanti interessi, e nemmeno fra i principali (senz’altro dopo il progetto di Sarri, il nuovo iPhone e il monopattino), invece che il centro del mondo del loro uomo.

La Sieklucka sa trasmettere ciò che deve trasmettere, ma per quello che ne capiamo anche Morrone (attore e cantante, anche di alcune canzoni del film) fa la sua parte. Per essere chiari: si scopa tantissimo, in barca e sulla terraferma, e questo onestamente piace, sia pure da spettatori. Di certo dalla Polonia è arrivata una bomba, politicamente scorretta visto che ormai per esserlo basta proporre lo schema uomo-donna, difficile da immaginare prodotta dalla Hollywood di oggi ma anche purtroppo in Italia. Ci salverà l’Europa dell’Est? Il grande messaggio di 365 giorni potrebbe essere proprio questo.

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