L’onestà di Lance Armstrong

26 Maggio 2020 di Indiscreto

Lance Armstrong nel documentario di ESPN Lance, diviso in due parti (la prima è appena andata in onda, la seconda lo sarà il 31 maggio) non fa grandi rivelazioni e del resto dopo avere ammesso di avere vinto 7 Tour de France grazie al doping, contro avversari (non va dimenticato) dopatissimi anche loro, non c’era dal punto di vista dei retroscena sportivi molto da aggiungere.

Fra i tanti cattivi scoperti fuori tempo massimo, sempre negli sport individuali perché non ci ricordiamo calciatori dei nostri squadroni sottoposti a 500 test antidoping (pur inutili) come accade nella carriera di un ciclista di vertice, Armstrong ha però alcune caratteristiche che lo rendono unico. Prima di tutto ammette le sue responsabilità, non si ritiene un ingenuo truffato da medici cattivi e direttori sportivi avidi (anzi, fu lui a chiedere ad Eddy Merckx di presentargli il dottor Ferrari), ma uno che che ci ha provato: gli è andata male e un finto pentimento non cambia le cose.

In secondo luogo Armstrong non difende il suo ‘prima’ del doping, come avviene per quasi tutti gli altri campioni. L’Armstrong del Mondiale di Oslo era già sporco, anche se non ai livelli post tumore, non era un talento naturale indotto in tentazione dal fatto di volersi mettere in pari con quelli che baravano: quante volte abbiamo sentito questa stupidaggine autoassolutoria, soprattutto per dopati italiani visto che siamo italiani?

Infine Armstrong parla apertamente di sport non come valore in sé ma come mezzo per emergere, cosa che del resto faceva anche quando era nell’albo d’oro del Tour: non è mai stato un appassionato di ciclismo, ci è arrivato dopo essersi reso conto che nel baseball non sarebbe andato oltre la mediocrità. Un tema che manda fuori di testa molti anche da noi, quando si dice che a certi sporti arrivino soltanto gli scarti del calcio o i prodotti di un padre fanatico.

Certo anche questo Armstrong maledetto e diverso dai piagnucolosi farabutti del ‘lo facevano tutti’, ‘adesso sono pulito’ o ‘non sapevo cosa mi davano’ è costruito come era costruito il corridore, ma la sua disonestà è tale che continua a sembrarci il più onesto di tutti. Ci dispiace solo per le tante giornate della nostra vita, che messe insieme sono mesi se non anni, buttate via a guardare il ciclismo.

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