Il salvataggio dei Conte

13 Maggio 2020 di Indiscreto

Uomo pugliese oltre la cinquantina con capigliatura sospetta e di cognome Conte, salvato dal coronavirus. Una descrizione che andrebbe bene sia per Giuseppe sia per Antonio, anche se l’allenatore dell’Inter ha un passato solidissimo da giocatore e da tecnico mentre il presidente del Consiglio era un signor nessuno nel mondo universitario prima di essere miracolato da Di Maio, Salvini e poi Zingaretti. E adesso, stando al sondaggio della Ipsos di Pagnoncelli, il premier gode del consenso del 65% degli italiani.

Una cosa pazzesca, soprattutto se paragonata al consenso del Conte (Giuseppe) pre-coronavirus, personaggio scialbo stritolato fra la varie anime dei 5 Stelle e del PD, la voglia mattarelliana di un bel governo di tecnici e il desiderio di vendetta della Lega. Poi secondo noi durante l’emergenza Conte non è stato peggio di altri leader europei più celebrati: senza una vera strategia, si è nascosto dietro a oscuri medici assurti al rango di scienziati e poi ha governato seguendo i sondaggi, come si fa (ma non si dice) nelle democrazie.

La gente si sente più sicura chiusa in casa, indossando la mascherina anche per guardare le repliche di Sky? E diamole il lockdown, anche se Conte era ed è molto più ‘riaperturista’ di molti suoi ministri, da Boccia a Spadafora. Senz’altro il prudente Conte si è sputtanato meno l’immagine di tanti sindaci (gli imbarazzanti Sala e Gori su tutti) e presidenti di Regione come Fontana, passati da un estremo all’altro con la stessa sicumera.

Non sappiamo invece quale sia il gradimento di Antonio Conte presso i tifosi interisti, ma crediamo non lontano da quel 65%. E gli ultimi mesi senza calcio paradossalmente hanno migliorato l’immagine di Conte, che all’ultimo conteggio stava facendo pochissimo meglio di Spalletti: fuori dai gironi di Champions, praticamente fuori dalla Coppa Italia, terzo nel campionato con la Juventus peggiore degli ultimi nove anni. Il tutto al termine di un calciomercato che in realtà non è terminato, perché dopo tante parole Icardi, Perisic e Nainggolan rischiano di ritornare al mittente (e Conte intelligentemente si è detto disposto al limite a riaccoglierne due su tre, se possibile solo Perisic), sconfessando tanti editoriali sul valore dello spogliatoio.

Insomma, il coronavirus ha lasciato sul campo tanti cadaveri reali e tanti cadaveri metaforici, ma nemmeno tanto, di aziende e imprenditori, ma ha anche i suoi beneficiari. Continuando nel parallelo fra politica e sport: Berlusconi (diventato padre della Patria anche per Travaglio) ed Ettore Messina (non ne ha azzeccata una, dovrebbe autoesonerarsi), Prodi (il 2022 è dietro l’angolo) e Malagò (l’ultima trincea è bloccare il calcio), Di Battista (che aspetta il ritorno delle piazze) e Cristiano Ronaldo (lo stop gli allungherà la carriera). Tutta gente che aveva bisogno di rimescolare le carte, mentre molti di quelli che le avevano buone stanno fallendo.

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