Troppe Adidas

28 Aprile 2020 di Indiscreto

Per l’Adidas e tutte le aziende di abbigliamento sportivo il primo trimestre 2020 è stato un disastro. Per l’Adidas in particolare questo periodo, parzialmente associabile ai vari lockdown, ha fatto registrare un meno 19% nelle vendite e un meno 95% negli utili. Ed è certo che il secondo trimestre sarà anche peggio.

Il disastro nel disastro è stata la Cina, con il fatturato diminuito del 45% e tanti negozi monomarca chiusi, ma presto vedremo situazioni simili in Occidente e ovviamente non soltanto per Adidas. Del resto con le palestre chiuse, gli sport di squadra azzerati, i runner inseguiti dai droni e da improvvisati cittadini modello, eccetera, perché dovremmo rinnovare il nostro abbigliamento, avendo già 500 magliette, 25 tute, pantaloncini per tutti gli sport e tutti i climi?

Volevamo arrivare proprio qui, per una riflessione nata non dalla pandemia ma da due traslochi che ci hanno impegnato negli ultimi mesi. E la riflessione è la seguente: quanto tempo, al di là dei soldi, abbiamo buttato via in microdecisioni per acquisti superflui? Le quattro paia di Tampico e le tre di Stan Smith (nessuna però sul verde, il must have della fighetta), già di loro risultato di una selezione e comunque in eccellente stato, sono lì ad ammonirci. Non è un pistolotto contro il consumismo, che anzi amiamo, ma la constatazione che oltre una certa quantità qualsiasi cosa diventa ingestibile. Quanti maglioni avete? Quante giacche? Quanti accappatoi? Buttare per ripartire leggeri e magari rientrare in un negozio Adidas.

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