Max von Sydow, per sempre il maggiore Von Steiner

11 Marzo 2020 di Stefano Olivari

Max von Sydow sarà ricordato fra mille anni per la sua interpretazione nel Settimo Sigillo, ma noi viviamo adesso e per noi il grande attore svedese da poco scomparso sarà per sempre il maggiore Karl Von Steiner di Fuga per la vittoria. Un personaggio bellissimo in un film del 1981 visto infinite volte e anche di più, considerando soltanto la partita fra la squadra dei prigionieri Alleati e quella tedesca.

La partita è ispirata a quella del 1942 fra la Luftwaffe e una selezione ucraina, la cosiddetta ‘Partita della morte’ che ha così tante versioni da rendere quasi realistico il 4-4 del film di John Huston, con i gol degli Alleati (Bobby Moore, Ardiles, John Wark e Pelé in rovesciata) e tutte le sue celeberrime azioni, fino al rigore parato da un improbabilissimo Stallone (che aveva chiesto a Huston di segnare il gol della vittoria, pare sempre su rigore: lo ispirava Rigamonti?). Ma a commuoverci ancora oggi è il maggiore Von Steiner, ex calciatore della nazionale e ideatore della partita per restituire un po’ di onore a uomini resi disumani, o fin troppo umani, dalla guerra.

Capite le potenzialità mediatiche dell’evento allo stadio di Colombes, il comando nazista strappa a Von Steiner il pallino dell’organizzazione e sostituisce la squadra della base con la nazionale tedesca vera e propria. A questo punto Von Steiner si schiera dalla parte del calcio, consentendo a Colby (Michael Caine), ex West Ham, di convocare i migliori possibili fra i prigionieri di guerra, almeno quelli con un passato sportivo. Ed in tribuna è l’unico fra gli ufficiali tedeschi ad applaudire anche le prodezze degli avversari oltre che quelle della propria nazionale, dove starreggia Baumann (interpretato da Werner Roth, difensore nel Cosmos di Chinaglia).

Ma al di là del film, è difficile sfuggire al motivo per cui Von Steiner-Von Sydow continua ad affascinarci anche in tarda età. Perché corrisponde perfettamente a quello che vogliamo credere, per quanto riguarda le dittature: una popolazione fondamentalmente pacifica e militari con grande senso dell’onore tenuti in ostaggio da un manipolo di impostori e assassini. Non funziona purtroppo così, dal nazismo in giù: senza un certo grado di consenso nessuna attività criminale può prosperare. Poi magari qualche maggiore Von Steiner c’è lo stesso, ma raramente fa la differenza.

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