L’Italia di streaming e vinile

25 Marzo 2020 di Indiscreto

Il compact disc sta morendo, ma la musica no. Secondo i dati della Fimi il 2019 è stato un ottimo anno per la vendita di musica in Italia: 247 milioni di euro di ricavi, più 8% rispetto al 2018. Al di là dell’entusiasmo di chi è del mestiere, si tratta più o meno del fatturato della Roma nello stesso periodo. Domanda che l’industria musicale dovrebbe porsi: in Italia ci sono più tifosi della Roma o ascoltatori di musica?

Insomma, in Italia la musica si vende una assoluto poco e nel mondo post-coronavirus anche l’ossigeno derivante dai concerti verrà a mancare. Comunque sia, analizzando i dati del 2019 si nota che anche da noi lo streaming è dominante, 121 milioni di euro circa di fatturato, più 26,7% sul 2018, che il download è moribondo, poco meno di 9 milioni con meno 23,6%, e che anche la tendenza del compact disc è stranegativa: 37 milioni di euro, meno 20,6%.

Tiene bene il vinile, con 14.660.980 euro di fatturato 2019, più 7,3% rispetto all’anno precedente. È un ottavo di quanto ricava lo streaming, certo, e meno della metà rispetto al cd, ma di sicuro il vinile può convivere ed anche piuttosto bene con lo streaming potendo intercettare audiofili, nostalgici o anche semplice amanti delle cose belle (migliori di quelle brutte). Il compact disc e ancora di più il download sono invece in una terra di mezzo: perdono con il vinile la partita della fisicità e straperdono con lo streaming quella della comodità e del risparmio.

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