Impauriti davanti alla tv

29 Marzo 2020 di Indiscreto

Quale è stato l’effetto coronavirus sulla televisione? Quello prevedibile: il tempo passato dagli italiani davanti al video è aumentato addirittura del 20%, rispetto all’epoca precedente i provvedimenti del Governo, raggiungendo secondo l’Auditel 5 ore e 11 minuti quotidiani a testa. Una cosa mostruosa, che si va a sommare alla fruizione di contenuti video attraverso la rete, passata da 42 a 58 minuti medi (più 39%).

In altre parole, ogni telespettatore italiano in media sta oltre 6 ore a guardare quella che in senso allargato è nel 2020 ‘La televisione’. All’interno di queste 6 ore ci sono anche Netflix, You Tube, eccetera, i cui aumenti sono però inferiori al 20%. Questo significa che la tivù generalista tradizionale sta dominando, nonostante molte trasmissioni siano state cancellate, altre ridimensionate (venerdì ‘Amici’ senza pubblico era tristissimo), lo sport azzerato e gli stessi ‘speciali’ sul coronavirus abbiano ormai stancato: quello dell’altra sera su Rai Uno in prima serata, condotto da Emma D’Aquino, ha ottenuto un misero 6% di share.

Detto che la tendenza è comune a tutti i paesi in emergenza coronavirus, la nostra modesta spiegazione da bar (magari lo fosse, chissà quando ci torneremo) è che la tivù anche nel 2020 rimanga il ‘nuovo focolare’ genialmente cantato da Arbore negli anni Ottanta. Persone costrette a convivere trovano un minimo comune denominatore nel guardare qualcosa che vada bene un po’ a tutta la famiglia, avendo esaurito (o mai avuto) argomenti di conversazione comune. Senza contare che la paura e lo stress sono un’ottima scusa per continuare a non leggere.

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