Il corpo di Brigitte Nielsen

16 Marzo 2020 di Stefano Olivari

Brigitte Nielsen non ha fatto una gran figura nell’intervista alla CBS in cui ha spiegato agli americani che nell’Italia del coronavirus stanno scarseggiando cibo e acqua, al di là del fatto che molti italiani, e di sicuro tutti quelli che stanno riempiendo all’inverosimile i carrelli della spesa, la pensino come lei. Nel sempre lisergico Live-Non è la D’Urso le hanno fatto una specie di processo, con uno dei suoi figli, Aaron, come avvocato difensore.

Niente comunque farà scendere la donna di spettacolo danese dal piedistallo di icona anni Ottanta, ricordata come modella e attrice in film di super-culto come Yado, Rocky IV e Cobra, mentre nel dimenticatoio sono finiti i suoi dischi, alcuni dei quali ci pregiamo di avere acquistato e conservato. Su tutti il singolo di Body Next to Body, insieme ad un altro personaggio fondamentale del decennio come Falco (che poteva morire soltanto alla guida di un Pajero).

Purissimo pop-rock di quell’epoca, stile Slippery When Wet dei Bon Jovi, con un video che era la summa di tanti film stravisti, fra il ring e l’ambientazione in una vecchia fabbrica, di quelle da sfida finale con Stallone, Schwarzenegger o, qualche anno più tardi, Van Damme. Dietro c’era la mano sapiente di Giorgio Moroder, produttore a autore insieme a Tom Whitlock: una coppia che ha prodotto capolavori assoluti come Take my breath away e soprattutto, dal nostro punto di vista, To be number one. Con il testo italiano diventata Un’estate italiana, con Edoardo Bennato e Gianna Nannini che per sempre ci evocheranno Schillaci. Brigitte Nielsen fa parte a pieno titolo di quell’immaginario, che rimpiangevamo anche senza coronavirus.

Share this article