Coronavirus, a chi interessano le partite IVA?

14 Marzo 2020 di Indiscreto

Non sappiamo ancora quale sarà il vero impatto economico della crisi da coronavirus che ha investito l’Italia e tra poco il mondo intero. Inutile fare previsioni su qualcosa di sconosciuto, su cui ci si sta muovendo per tentativi e con tempi di uscita ancora vaghi. In questo momento pensare che il 3 aprile saremo per le strade felici ad abbracciarci, come l’11 luglio 1982, ci sembra azzardato.

C’è però qualcosa di chiaro che emerge in tutto questo stare a casa semi-inattivi, con annessa retorica (anche nostra) sulla pazienza e sul senso civico: le partite IVA saranno tra le categorie che pagheranno probabilmente il prezzo maggiore, almeno sul medio termine ben più dei lavoratori dipendenti che hanno comunque più tutele sociali. E per i quali i sindacati (giustamente) si battono, laddove le Partite IVA non hanno sostanzialmente nessuno a rappresentarle con un solido peso politico.

A chi può interessare la sorte di un tecnico luci ingaggiato per degli eventi che perde le commesse da un giorno all’altro? Oppure quella di un idraulico che non viene più chiamato? O ancora, di un’estetista i cui progetti sono tutti annullati? Per non parlare delle finte Partite IVA registrate sotto la denominazione di ‘consulente’. Che in italiano significa ‘dipendente mascherato’: la categoria di sicuro più facile da licenziare, soprattutto per un’azienda che subisce la crisi. Storie diverse, ma in generale un universo di professionisti che si stanno probabilmente trovando già fermi e la cui situazione peggiorerà ancora.

Del resto i dati forniti da Acta (che trovate qui), associazione dedicata a chi lavora da indipendente (i freelance per intenderci), una decina di giorni fa già parlavano chiaro. Con riferimento a un sondaggio svolto in 48 ore, il 47% dei 410 che avevano risposto avevano “già subito la cancellazione di almeno una commessa nella settimana appena trascorsa e/o nelle prossime settimane, il 57% ha avuto la sospensione o il rinvio a data da definirsi di almeno una commessa. La percezione condivisa dai tre quarti dei freelance è che ci saranno cancellazioni e rinvii nei prossimi mesi”. Inoltre “il 77% dei rispondenti si attende una contrazione del fatturato, tra questi il 17% ritiene che tale riduzione sarà molto consistente, superiore al 30%.”

Detto che pare che anche per le Partite IVA il Governo farà qualcosa, dilazionando pagamenti e prevedendo anche un’indennità da (appena?) 500 euro, preoccupa che prime pagine e dibattiti siano in una situazione di emergenza come quella del coronavirus ancora in gran parte dedicate a chi comunque ha già degli ammortizzatori sociali consolidati e nel caso ampliabili con deroghe ad hoc. Insomma, non dimentichiamoci che tutti quelli che lavorano sono (e siamo) lavoratori. Fra poco l’invidia sociale sarà nei confronti di chi avrà il privilegio di essere in cassa integrazione.

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