Quanto mancano i piedi di Recoba

17 Febbraio 2020 di Paolo Morati

Recoba Vieri

Chi ci legge sa già da anni della nostra devozione per Alvaro Recoba, il grande calciatore uruguagio croce e delizia degli anni di Massimo Moratti presidente dell’Inter. Non staremo quindi qui a tesserne nuovamente le lodi, o a ricordare le recenti dichiarazioni di Christian Vieri sul fatto che nessuno sia stato in grado di farlo segnare più di lui.

Al di là delle diatribe su gol e assist, indolenza ed errori, ampiamente affrontate in queste stagioni indiscrete, la sconfitta contro la Lazio di ieri sera ci ha fatto riflettere su come oggi manchi all’Inter il giocatore con i piedi alla Recoba, capaci di cambiare il destino di una partita. Stiamo parlando non solo del passaggio a sorpresa, ma anche della giocata che non ti aspetti, dell’azione travolgente, dei cross dalle fasce con traiettorie perfette.

I piedi di Recoba mancano soprattutto sulle palle inattive, quindi i calci d’angolo e soprattutto le punizioni. Emblematico il fatto che nella partita dell’Olimpico così come spesso in quelle passate non siano state create situazioni pericolose su queste rare opportunità tanto che, iperbolicamente (il grande e indimenticato Franco Rossi l’avrebbe scritto meglio), si potrebbe dire che gli avversari potrebbero non mettere la barriera.

Ora, il sinistro alla Recoba ce l’aveva solo Recoba, ma non poter contare (Eriksen è ancora tutto da valutare, ma la sua storia dice che anche lui è uno da fiammate), magari anche con un ingresso solo in corsa, su un giocatore che può fare comunque la differenza e ribaltare una partita nelle occasioni da fermo diventa un problema quando l’altra squadra fa muro a difesa del risultato. Al di là dei presunti limiti e delle infinite discussioni su talento sprecato e quant’altro.

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