Intervista al coronavirus

25 Febbraio 2020 di Indiscreto

Signor Coronavirus, protagonista della prima di tante nostre interviste immaginarie, prima di tutto buongiorno…

Buongiorno a voi, però potete darmi tranquillamente del tu. Sono molto giovane, sa?

Ci sentiamo più sicuri a darle del lei. Non si sa mai. La prima domanda che vorremmo farle è sulle sue origini…
Non posso dirle granché, in realtà. Sono un virus, non un virologo: chiedete a Burioni, a Pregliasco, alla Capua, all’ultimo infermiere del reparto malattie infettive di un qualsiasi ospedale. Come tutti i nuovi nati so poco di ciò che mi ha dato la vita. Di certo è che arrivo dalla Cina. Alcuni sostengono che prima di passare su voi esseri umani io sia transitato sui pipistrelli dove la nostra famiglia è molto comune, perché una cosa che magari non sapete è che ho tanti parenti.

In che senso?

Nel senso che il nome che utilizzate comunemente, coronavirus, è solo legato alla mia forma con delle punte a forma di corona. Gradirei quindi non essere confuso con gli altri miei familiari, e forse per me fareste tutti meglio a usare il nome ufficiale Sars-Cov-2. Del resto siamo in sette in famiglia, tra quelli che colpiscono voi esseri umani, e ci tengo a distinguermi anche se abbiamo tanti elementi in comune.

Intende solo di aspetto o anche su altri piani?
Non solo di aspetto. Noi coronavirus siamo virus respiratori, ma in genere non siamo sempre pericolosi e il grado di malattia prodotto è nel mio caso comunque moderato. Insomma una tosse, qualche linea di febbre, più che altro una scocciatura, anche se poi posso produrre complicazioni come bronchiti o polmoniti e danneggiare i soggetti più deboli. Il problema vostro è che poiché ci siamo appena conosciuti non potete ancora combattermi. Non avete il vaccino e quindi potete ammalarvi facilmente se entrate in contatto con qualcuno che già mi ospita. In ogni caso salvo complicazioni si guarisce in genere da soli, e io Sars-Cov-2 sono più blando di altri virus ‘incoronati’…

Insomma il problema più che altro è che lei non si deve diffondere?
Esatto. Per questo alcuni di voi sono stati posti in quarantena. Quello però che mi fa sorridere, mi perdoni, è questa tardiva corsa all’igiene personale, tipo il lavaggio delle mani. Una cosa che dovrebbe essere normale per le persone civili, così come starnutire in un fazzoletto e non in faccia agli altri, visto che soprattutto vengo trasmesso attraverso le goccioline del respiro. Avete mai pisciato in un autogrill? Guardate quante delle persone a voi vicine poi si lavano le mani: la metà, ad andare bene. Voi esseri umani a volte siete strani, fate le cose giuste solo nelle situazioni di emergenza. Non crede?

Purtroppo siamo una specie incoerente… ma torniamo a lei. Non le dispiacciono i problemi che sta causando?
Al di là del problema sanitario, che è sì di salute ma anche semplicemente di posti letto negli ospedali, mi dispiace soprattutto per i danni economici che causerò a voi italiani. Credo che sia questo il vero problema, ma non solo in Italia ovviamente. Detto questo, vorrei concludere proponendovi una riflessione. Spesso sento dire che le pestilenze servono a riequilibrare il pianeta. Io non so so se mi sono evoluto proprio a tale scopo, e del resto non sono così pericoloso per potermi vantare di un ruolo così importante. Certamente vorrei sopravvivere il più possibile, ma capisco anche le vostre ragioni… mal che vada continuerò a vivere in un dromedario.

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