Le legge del Far West e delle Iene

24 Gennaio 2020 di Indiscreto

Tutto è stato scritto e detto sulla citofonata di Matteo Salvini al presunto spacciatore tunisino di Bologna, quartiere Pilastro, periferia Est, nel quadro della campagna elettorale pro Borgonzoni in vista delle Regionali di domenica. Editoriali buonisti contro la legge del Far West, scritti da chi non abita nello stesso condominio di uno spacciatore e nemmeno di una madre di un morto per overdose. Inevitabili anche gli editoriali cazzuti a favore delle citofonate a sospetti spacciatori, in sintonia con la deriva autoritaria preparata proprio dall’eccesso di tolleranza.

Siccome il 99% di chi vota in Emilia-Romagna non abita a fianco di uno spacciatore, per fortuna, è chiaro che la realtà percepita è quasi sempre quella mediata dai giornalisti. Perché non abbiamo tutto questo tempo e questi contatti personali per sapere se in quella casa del Pilastro si spaccia, così come non tutti hanno il tempo per informarsi di prima mano sui retroscena del caso Politano-Spinazzola.

Per questo abbiamo trovato centrato il commento di Aldo Grasso, che ha equiparato lo show elettorale di Salvini al giornalismo delle Iene. Che poi, questo lo diciamo noi e non Grasso, è quello anche di tanti giornali paludati, quelli con pagine di interviste compiacenti al sottosegretario che gli passa le notizie. In sintesi: individua un colpevole, o per lo meno un sospettato, e prova a fargli qualche domanda al citofono o per strada in maniera molesta. Siccome questo nella quasi totalità dei casi il sospettato non starà al gioco, l’identificazione del pubblico con la Iena citofonatrice sarà immediata.

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