Kobe e i nerd fermi al titolo

28 Gennaio 2020 di Indiscreto

Critiche al calciocentrismo degne di miglior causa. Gente che a malapena sapeva dell’esistenza di Kobe Bryant si è lamentata del fatto che nelle prime pagine dei giornali sportivi ci fosse anche altro, titoli sull’orrido calcio, quando invece nell’occasione i media italiani hanno fatto più del loro dovere, in proporzione all’interesse del pubblico italiano per la pallacanestro.

Perché tutto è in proporzione: se fossero morti un giavellottista o un arbitro di curling non ci sarebbe stata nemmeno una riga (come del resto è accaduto per gli altri sette morti, oltre a Kobe e alla figlia Gianna), se fosse morto Maradona le pagine sarebbero state dodici. Ma la cosa più bella di tutte è che i dementi da social network, gente non in grado di leggere più di due righe consecutive, ha giudicato tutto sulla base delle prime pagine, quelle che si trovano sul web o nelle rassegne stampa.

In altre parole: la critica ai giornali è arrivata da gente, e purtroppo ci mettiamo anche molti giornalisti, che i giornali non li compra e nemmeno si organizza per leggerli gratis. Perché se lo avesse fatto avrebbe letto di tutto e di più, sia sui quotidiani sportivi sia su quelli generalisti. Non si sono fatte prime pagine monotematiche, come accade spesso nel mitico ‘estero’? In Italia non si fanno quasi mai. Però la tragedia è stata ampiamente raccontata, fin da subito su Sky ma anche poi altrove: non ci ricordiamo che sul Tg1 sia mai stata nominata la NBA, eppure della morte di Kobe Bryant si è parlato. Insomma, i nerd non leggono ma pretendono di spiegare cosa si deve scrivere.

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